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Proroga della “Decontribuzione Sud” fino al 31 dicembre 2023
L'agevolazione prevede per il 2023 un esonero del 30% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro privati
di Sara Di Francesca, Ufficio Stampa Sede nazionale
L’agevolazione introdotta nel 2020 con il “Dl Agosto”, fa riferimento ai contributi previdenziali dovuti dalle imprese che operano al Sud, per il periodo 1° ottobre-31 dicembre 2020. La legge di Bilancio per il 2021 ha poi confermato la misura fino al 2029 (con décalage). Il 6 dicembre scorso la Commissione europea, su richiesta del Ministero del Lavoro, ha autorizzato l'estensione fino al 31 dicembre 2023).
Nello specifico, si tratta di una misura che determina la riduzione del costo del lavoro delle imprese meridionali e, secondo i dati, mantiene i livelli occupazionali preesistenti senza, di fatto, generare un aumento in termini di livelli occupazionali. Questo perché non si rivolge ad un target specifico della popolazione, piuttosto, ad un’area geografica, interessando numerose tipologie di
rapporti di lavoro dipendente, qualunque sia la natura contrattuale. Prevede per rapporti di lavoro dipendente un esonero del 30% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati con sede in una delle Regioni meridionali interessa le regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Sono esclusi i premi e contributi INAIL. Non è previsto un massimale di sgravio contributivo individuale. Secondi dati dell'Osservatorio INPS Nel 2022 da gennaio ad agosto la misura ha interessato quasi un milione di rapporti di lavoro. Una delle più utilizzate.
Sono eslusi il settore del lavoro domestico, della finanza e dell'agricoltura.
- dal 2022 e fino al 31 dicembre 2025 l’esonero è pari al 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro;
- per gli anni 2026 e 2027 l’esonero scende al 20%;
- per gli anni 2028 e 2029 lo sgravio scende 10%