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Il datore di lavoro può vietare l’assemblea sindacale se partecipano soggetti esterni
Tribunale di Venezia – Decreto del 21.11.2022 (G.I. Dott.ssa Menegazzo)
Con la recentissima pronuncia in commento il Tribunale veneziano ha affrontato il caso di un’organizzazione sindacale che con ricorso ex art. 28 L.300/70 ha richiesto la dichiarazione di antisindacalità della condotta del datore di lavoro il quale non aveva concesso i locali al fine di poter svolgere l’assemblea aperta a tutto il personale. La Società, a sostegno del proprio diniego, evidenziava che alla cennata assemblea avrebbero presenziato anche soggetti non riconducibili nè al sindacato né al datore di lavoro, e nello specifico dei consulenti esterni.
Il Tribunale di Venezia, nel ritenere corretta la determinazione aziendale e in alcun modo lesiva della libertà sindacale, ha rigettato il ricorso proposto dall’Organizzazione sindacale, precisando che il datore di lavoro è pienamente legittimato a limitare l’utilizzo dei locali aziendali da parte di soggetti estranei non rientranti tra quelli aventi diritto alla partecipazione alle assemblee.
In particolare, il richiamato decreto ha così statuito: “è del tutto legittimo che il datore di lavoro limiti l’utilizzazione dei locali aziendali da parte degli estranei, laddove non rientrino tra i soggetti che ex art. 20 L.300/70 e art. […] CCNL abbiano diritto a partecipare all’assemblea stessa”. All’uopo si precisa che il richiamato art. 20 L. 300/70 espressamente dispone “Alle riunioni possono partecipare, previo preavviso al datore di lavoro, dirigenti esterni del sindacato che ha costituito la rappresentanza sindacale aziendale” e l’art. 78 del nostro CCNL quanto segue: “alle riunioni possono partecipare, dandone comunicazione, dirigenti esterni dei sindacati confederali firmatari del presente contratto”, di tal che legittimamente la struttura, ove venga comunicata nella richiesta dei locali per lo svolgimento dell’assemblea la presenza di soggetti esterni non rientranti nelle categorie su indicate, potrà opporre diniego alla concessione dei locali.