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Caregiver e disabilità. Le risposte del ministro Locatelli
Giovedì 16 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, il Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, ha risposto a un ciclo di interrogazioni.
Giovedì 16 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, il Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, ha risposto alle seguenti interrogazioni:
-n.3-01140, a prima firma Musolino (IV-C-RE), in materia di disabilità.
In particolare, l'interrogante chiedeva di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intendesse adottare per scongiurare la riduzione dei contributi monetari per le persone con disabilità grave o gravissima e per i loro caregiver familiari, attualmente erogati da alcune Regioni con le risorse del fondo per le non autosufficienze, al fine di garantire piena continuità dell'assistenza nei confronti dei beneficiari in situazione di bisogno e se non ritenesse utile chiarire che i vincoli indicati dal comma 164 dell'articolo 1 della legge n. 234 sono riferibili esclusivamente alle persone non autosufficienti over 65 e che, a fronte del progressivo aumento delle risorse collegate all'attuazione del piano, il percorso di potenziamento dei servizi diretti in materia di livelli essenziali delle prestazioni sociali non deve pregiudicare, per gli interessati, gli importi monetari attualmente previsti che, tra l'altro, a fronte di servizi carenti, consentono ai beneficiari la facoltà di scegliere, in piena autonomia e libertà, le persone da deputare alla propria assistenza, anche in ragione del carattere intimo e personalissimo che quest'ultima assume.
Di seguito una sintesi della risposta del Ministro:
- Il Piano nazionale per la non autosufficienza, nel proseguire il percorso virtuoso delineato dal legislatore nella legge di bilancio n. 234 del 30 dicembre 2021, all'articolo 1, commi 162 e 164, mira a realizzare gradualmente un sistema non più basato sui trasferimenti monetari, ma sull'erogazione e sulla costruzione di un solido sistema di servizi alla persona. Corre l'obbligo di precisare che tale scelta non vuole rappresentare una diminuzione di tutele e di garanzie alle famiglie, ma anzi vuole determinare la costruzione di un processo in grado di sostenere meglio e più efficacemente i nuclei familiari e i diretti beneficiari dei servizi.
- Con la pandemia da Covid-19 è stata infatti palese la fragilità dei servizi sanitari e sociali di fronte ad un'importante emergenza, rendendo manifesta la necessità di pervenire al riconoscimento di una nuova attenzione e ad un nuovo rilievo nella gestione dei servizi dedicati ai cittadini tutti.
- Il potenziamento dei servizi territoriali riveste un ruolo fondamentale nel sostenere le categorie più vulnerabili ed è con questa visione che si vuole impostare la transizione verso una maggiore sicurezza nella possibilità di fruirne anche da parte delle situazioni in difficoltà.
- Quanto sopra rappresentato costituisce la chiave di lettura relativa allo sforzo di attuazione della costruzione di un sistema di servizi che, proprio in considerazione delle esigenze delle persone con disabilità e delle persone anziane non autosufficienti, è volto a mantenere l'erogazione monetaria, favorendo progressivamente, al tempo stesso, l'implementazione dell'erogazione dei servizi con un carattere graduale che rispetti pienamente le platee di riferimento.
- Tale impostazione è stata mantenuta e ulteriormente rafforzata con l'approvazione in via definitiva del decreto legislativo n. 29 del 2024, attuativo delle previsioni della legge delega n. 33 del 2023 sulla non autosufficienza.
QUI la risposta completa.
- n. 3-01138, a prima firma Biancofiore (Noi Moderati), in materia di carenza di strutture e servizi dedicati alle donne con disabilità.
In particolare, l'interrogante chiedeva di sapere quali ulteriori azioni, anche in coordinamento con il Ministero della salute, si intendessero intraprendere e porre in essere, al fine di garantire una distribuzione più omogenea di strutture e servizi accessibili, accoglienti e coerenti con le esigenze fisiche e psicologiche delle donne con diverse disabilità.
Di seguito una sintesi della risposta del Ministro:
- Per garantire l'accesso ai servizi, ivi compresi quelli sanitari, per le donne con disabilità e per contrastarne ogni limitazione, il Ministero si è impegnato all'interno della legge delega n. 227 del 2021, e specificatamente nel decreto legislativo n. 222 del dicembre 2023, per la riqualificazione di tutti i servizi pubblici.
- Dopodiché c'è ancora un tema, legato a tutti i servizi privati, alle attività e anche alle prestazioni private, che va affrontato in una prospettiva nuova per tutti. Quando si fa qualcosa, lo si deve fare per tutti. Il rispetto della salute vale per tutti, ma a maggior ragione quando si devono eliminare i limiti e le barriere, di qualsiasi natura essi siano, soprattutto nella cura della persona, della donna e della donna con disabilità.
QUI la risposta completa.
- n
. 3-01137, a prima firma Gasparri (FI), concernente lo
stato dei lavori del tavolo tecnico sui caregiver familiari.
In particolare, l'interrogante chiedeva di sapere:
- quale fosse lo stato dei lavori del tavolo tecnico sui caregiver familiari;
- se il Ministro in indirizzo, per la parte di propria competenza, se fosse a conoscenza delle iniziative che da assumere per aggiornare il nomenclatore e per semplificare le procedure, magari prevedendo la semplice prescrizione del medico curante;
- per quanto riguarda le buone pratiche, oltre alle misure contenute nel decreto legislativo n. 62 del 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2024, e all'individuazione dell'INPS come unico soggetto gestore, se fossero in gestazione o attuazione ulteriori proposte o azioni tese ad omogeneizzare e uniformare l'intero sistema.
Di seguito una sintesi della risposta del Ministro:
- Il tavolo è stato istituito in via interministeriale, cioè dal Ministero per le disabilità e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali perché si avvii una risposta davvero responsabile e comune che possa dare a queste famiglie un accompagnamento in tale compito, che diventa anche istituzionale, oltre che di vita, nel quale nessuno vuole sentirsi abbandonato o solo.
- Nell'ambito del tavolo sono stati costituiti tre gruppi di lavoro: uno sulle finalità e la definizione della figura del caregiver, uno sulla procedura per il riconoscimento, uno sulle tutele e sul sistema dei sostegni. I primi due gruppi hanno già completato l'analisi delle questioni affidate e, quando termineranno i lavori anche del terzo gruppo, si procederà a un confronto sui temi emersi in seduta plenaria, in modo che l'esito dei lavori rispecchi appieno le esigenze e le aspettative della platea nel suo complesso.
- Ci sono dei nodi da sciogliere, si spera che nei prossimi mesi si possano trovare dei punti di caduta in modo da scioglierne almeno la maggior parte, affinché il percorso possa essere condiviso e portato all'attenzione della Camera e del Senato e in qualche modo possiamo procedere a dare davvero una risposta comune.
- Il Ministero della salute ci ricorda che i lavori per l'emanazione dei nuovi nomenclatori sono iniziati subito dopo l'entrata in vigore del DPCM LEA del 2017: sono stati particolarmente articolati, hanno subito numerose pause ed arresti e solo dopo un lungo iter istruttorio nell'agosto del 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, di determinazione delle tariffe, dell'assistenza specialistica, ambulatoriale e protesica, come previsto dal citato articolo del DPCM di gennaio 2017.
- Tuttavia, per consentire un maggior lasso di tempo per l'adeguamento dei vari sistemi ai diversi operatori coinvolti nelle nuove tariffe, con successivo decreto interministeriale del 31 dicembre 2023 è stato stabilito che le disposizioni entrassero in vigore il 1° aprile del 2024.
- Da ultimo, l'entrata in vigore del provvedimento è stata posticipata al 1° gennaio del 2025 su richiesta delle Regioni.
QUI la risposta completa.
-n.3-01143, a prima firma Zambito (PD), concernente l'attuazione della recente normativa in tema di accertamento e presa in carico delle disabilità.
In particolare, l'interrogante chiedeva di sapere:
- se la Ministra in indirizzo ritenesse sufficienti le risorse destinate all'attuazione del decreto legislativo e quali fossero le sue valutazioni riguardo alla suddivisione delle stesse a scapito delle misure "centrali" del decreto legislativo;
- se non ritenesse necessario prevedere una qualche forma di monitoraggio delle sperimentazioni previste, attraverso quali strumenti intendesse seguire le diverse fasi di attuazione della riforma e se esistesse uno "scenario alternativo" in caso di esito negativo delle sperimentazioni, al fine di evitare che il lungo e farraginoso processo, previsto dal decreto legislativo, si risolva in un inutile dispendio di risorse a danno della parte più debole della popolazione.
Di seguito una sintesi della risposta del Ministro:
- Sono stati messi a disposizione altri 25 milioni di euro per l'attivazione dei servizi borderline, cioè che non sono attivabili subito dai Comuni o dagli enti territoriali. Per i Comuni funziona così, infatti: quando una persona ha bisogno di qualcosa, non è detto che la persona rientri in una fascia di reddito sufficiente e nemmeno che il Comune sia in grado di poter erogare quel servizio. Quindi, grazie a delle risorse aggiuntive, si potrà garantire il servizio, in attesa che un domani ci possa essere davvero un fondo unico che superi le estreme frammentazioni, anche a livello globale, tra i campi sanitari, sociosanitari e sociali, per la messa a disposizione dei servizi e degli interventi in favore della persona.
- Quello che è importante dire è che nel progetto di vita la persona è centrale. È un progetto partecipato, perché parte dai desideri, dal diritto di scegliere di ogni persona, previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Questo può essere condiviso anche con la famiglia. È chiaro, ripeto, che si tratta di una riforma complessa. Già solo nel descriverla si può comprendere quanto è complessa, ma ci dobbiamo credere tutti, perché è l'unica occasione che abbiamo per scardinare tante prassi che stanno andando avanti da molti anni.
- Oggi bisogna mirare alla persona, al singolo, ai suoi bisogni, che non sono solo sanitari e sociosanitari, ma sono anche il diritto di poter andare al cinema, di stare con gli amici, di andare a vedere una partita di calcio e molto altro. Tutto questo è ricompreso nel budget di progetto, che è composto con le risorse della famiglia, della persona, le risorse del territorio, le risorse regionali e nazionali.
- Quindi, serve una grande formazione per capire che tutto questo è possibile se ci crediamo e soprattutto è possibile perché ci ha creduto prima di noi, a livello istituzionale e politico, il mondo delle associazioni e delle famiglie.
QUI la risposta completa.