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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti. A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il cammino verso il rinnovo del CCNL del personale non medico ha compiuto un nuovo passo in avanti

Forte segnale di responsabilità da parte dell’Assemblea AIOP

L’Assemblea generale dell’Aiop, convocata a Roma il 22 gennaio u.s., per esprimersi sul tema del rinnovo del CCNL, ha ribadito la volontà di definire, in tempi rapidi, l’intesa per il rinnovo del contratto del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn, nel rispetto degli accordi e dei risultati con le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali.
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Notizie Aiop Nazionale

Piano straordinario per la promozione del Made in Italy
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Piano straordinario per la promozione del Made in Italy

Intervento del Presidente Aiop Giovani, in occasione del Tavolo virtuale organizzato dall'ICE

Michele Nicchio, Presidente nazionale Aiop Giovani

La promozione del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti è sempre stata fondamentale per la tenuta economica del Paese, e assume una rilevanza maggiore alla luce della grave situazione legata alla pandemia del Coronavirus, che ha sensibilmente rallentato gli scambi commerciali delle nostre produzioni.
Normalmente quando si parla di internazionalizzazione si è soliti pensare all’esportazione e a nuovi mercati da aggredire e nei quali espandersi.
Sarebbe opportuno cominciare a pensare ad un processo di internazionalizzazione della sanità italiana, anche in termini di promozione della nostra filiera e di attrazione di capitali sul nostro territorio, favorendo ed incentivando il turismo sanitario.

Citando solo alcuni dati di sistema, la filiera della salute italiana oggi contribuisce per il 10,7% al Pil ed occupa, considerando l’indotto, oltre 2,4 mln di addetti.

Quindi una filiera, che ha come perno centrale l’industria privata della salute, nelle sue componenti della manifattura, tecnologie e servizi che, oltre a contribuire in modo determinante alla garanzia delle cure per i cittadini italiani, può rappresentare un importante driver di crescita economia del Paese.

Normalmente si è soliti pensare alla Sanità come ad un costo, mentre siamo convinti che possa invece essere un investimento strategico indispensabile per la crescita ed il benessere del nostro territorio proprio per le sue peculiarità:
rapporto posti di lavoro generati in rapporto al fatturato
lavoro altamente qualificato
l’indotto in parte estremamente localizzato
positive ricadute in termini di fiscalità generale.

Non dimentichiamo poi, aspetto tutt’altro che trascurabile, che in un momento di finitezza di risorse come quello attuale l’attrazione di capitali esteri nel settore sanitario dell’erogazione dei servizi ingenererebbe un meccanismo virtuoso di investimenti sul territorio nazionale, di cui ovviamente beneficerebbero poi anche i nostri connazionali.

Per altro, l’abitudine di tutta la filiera a ragionare e lavorare già in rete, penso al Cluster Alisei di Confindustria e al Cluster Lombardo Scienze della Vita, facilita e favorisce la promozione di un sistema che si occupa a tutto tondo delle esigenze del paziente.

Per non parlare poi del fatto che l’internazionalizzazione della Sanità Made in Italy, oltre alle ricadute dirette su tutta la filiera, avrebbe ovviamente delle ricadute indirette sui servizi che potrebbero ruotarle attorno come quello dei trasporti, e quello turistico ed alberghiero.

Nell’individuazione dei Paesi target verosimilmente bisognerebbe immaginare un approccio differente tra due diverse tipologie:
 

- prima tipologia di quei Paesi con una propensione al turismo sanitario, con un'alta potenzialità in termini di capacità di spesa e un percepito del livello qualitativo dell’offerta medio/basso. Per esempio, la Russia (caratterizzata da flussi di turismo sanitario già collaudati con Israele e Germania e in cui due settori poco sviluppati sono quello riabilitativo, nel quale invece è riconosciuta l’eccellenza italiana, e quello oncologico) la Cina e Emirati Arabi Uniti, nei quali ad oggi, tanti gruppi hanno investito per la creazione di nuove strutture avveniristiche, ma dai quali la fuga soprattutto verso svizzera e UK è ancora importante.

- Seconda tipologia di Paese quelli con un livello eccessivo di spesa: in particolare, gli Stati Uniti si stanno riorganizzando e accanto alle Assicurazioni e a realtà di HMO come il Kaiser Permanente, 10 ML di assistiti, stanno nascendo delle StartUp intermediarie alternative che trattando direttamente con le Aziende gestiscono per intero il fondo stanziato per il pagamento delle polizze dei propri dipendenti riallocandolo direttamente sulle varie strutture di erogazione delle prestazioni sanitarie che contrattualizzano direttamente.

Ovviamente, non può che essere un progetto a medio lungo termine, soprattutto per la limitata mobilità che caratterizza questo periodo storico, ma a maggior ragione, proprio in un momento come questo, riteniamo possa essere una carta vincente quella di una duplice promozione, da un lato del Sistema e dall’altro delle tante eccellenze che caratterizzano la nostra offerta.


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