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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti. A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il cammino verso il rinnovo del CCNL del personale non medico ha compiuto un nuovo passo in avanti

Forte segnale di responsabilità da parte dell’Assemblea AIOP

L’Assemblea generale dell’Aiop, convocata a Roma il 22 gennaio u.s., per esprimersi sul tema del rinnovo del CCNL, ha ribadito la volontà di definire, in tempi rapidi, l’intesa per il rinnovo del contratto del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn, nel rispetto degli accordi e dei risultati con le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali.
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Notizie Aiop Nazionale

Senato. Presentata interrogazione in materia di introduzione di nuovi LEA
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Senato. Presentata interrogazione in materia di introduzione di nuovi LEA

Giovedì 9 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01199, a prima firma Aloisio (M5S), indirizzata al Ministro della Salute, in materia di introduzione di nuovi LEA.

Giovedì 9 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01199, a prima firma Aloisio (M5S), indirizzata al Ministro della Salute, in materia di introduzione di nuovi LEA.
Premesso che:
L'emergenza da COVID-19 ha messo a nudo lo stato degli ospedali italiani, accendendo un riflettore sulle fragilità del Titolo V della Costituzione che, di fatto, ha creato tanti sistemi sanitari quante sono le Regioni italiane. Pertanto, la gestione regionale di una materia delicata quanto dispendiosa, ha indebolito la sanità pubblica nazionale, incrementando il deficit statale e aumentando la sperequazione sanitaria. In particolare, ben 7 Regioni sono finite soggette alla disciplina dei piani di rientro dal deficit, quasi tutte del Centro-Sud. Più specificamente, se solo nel 2006 i disavanzi sanitari delle Regioni raggiungevano i 6 miliardi di euro, a distanza di anni, in Calabria si registra ancora un deficit di 170 milioni di euro. Questo quadro nefasto ha aumentato la mobilità sanitaria: basti pensare che, solo nel 2017, quasi un milione di meridionali sono emigrati al Nord in cerca di cure, spendendo altrove circa 4,6 miliardi di euro, ricorrendo anche alla sanità privata. Urge restituire allo Stato la cabina di regia della sanità nazionale. La riforma del Titolo V, che di fatto ha spalancato la porta all'autonomia differenziata e al regionalismo sanitario, sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro Paese. Si sta orientando sempre più la sanità italiana verso un sistema privatistico, se si considera che solo nel 2019 le case di cura private hanno incassato circa 1,6 miliardi di euro. A titolo di esempio, come confermato da una ricerca pubblicata su BMJ Open, per il 65 per cento le associazioni mediche italiane sono state sponsorizzate da società farmaceutiche e, stando ad un rapporto pubblicato dalla fondazione Gimbe nel 2021, 14 grandi aziende farmaceutiche hanno finanziato con circa 300 milioni di euro operatori e organizzazioni sanitarie. Si ritiene che un'altra priorità afferisca alla necessità di investire sulla medicina territoriale. Il DM n. 77 del 2022 definisce il modello per lo sviluppo dell'assistenza territoriale e gli standard delle strutture dedicate all'assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. Il provvedimento avrebbe dovuto dar seguito agli interventi previsti dalla componente 1 della missione 6 del PNRR, in materia di "reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale". Tuttavia, seppure il citato decreto ministeriale rafforza la medicina di prossimità, disciplinando il potenziamento di particolari strutture come le "case della comunità" (strutture facilmente riconoscibili e raggiungibili dalla popolazione per l'accesso, l'accoglienza e l'orientamento dell'assistito), non risultano ancora chiariti, definiti e finanziati gli interventi disciplinati dallo stesso decreto. Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 con i nuovi LEA. Esso sostituisce infatti integralmente il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, con cui i LEA erano stati definiti per la prima volta. Tuttavia, trascorsi 7 anni dal decreto 12 gennaio 2017 che ha introdotto le nuove prestazioni, queste ultime, de facto, risultano ancora bloccate e occorrerà attendere per accedere ai nuovi LEA.
L'interrogante chiede di sapere:

 

  • quali siano le modalità attraverso cui il Ministro in indirizzo intenda garantire un eguale accesso alle cure in tutto il territorio nazionale;
  • quali siano le tempistiche necessarie per l'introduzione dei nuovi LEA e le modalità attraverso cui intenda affrontare le criticità evidenziate;
  • se condivida le preoccupazioni di numerosi tecnici ed esperti del settore relativamente al rischio che l'accelerazione di ulteriori forme di autonomia acuisca la sperequazione sanitaria tra il Settentrione e le aree fragili del Paese.

 

La scheda dell'interrogazione è disponibile al link ipertestuale.

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