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Notizie dalla Liguria

Rinnovo del contratto della componente di diritto privato del SSN

Il 12 novembre è stata una giornata importante nel percorso di rinnovo del CCNL del personale dipendente (non medico) delle strutture Aiop e Aris.
Al tavolo ministeriale, convocato dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, le parti sociali hanno siglato un documento - preparato dall’Ufficio Studi Aiop e condiviso con Aris, OOSS e Conferenza delle Regioni – nel quale viene determinato l’impatto economico del rinnovo del CCNL, distinto per territorio, che consentirà al Governo di potere predisporre un emendamento, per modificare il DL 95/2012, consentendo, pertanto, alle singole Regioni di finanziare il 50% del suddetto rinnovo.

Il Presidente Cittadini, il Comitato esecutivo e il Direttore Leonardi nei territori Aiop

Continuano gli incontri della Presidenza nazionale con le Sedi regionali

Il 19 giugno hanno incontrato gli Associati Aiop della Puglia, e il suo Presidente, Potito Salatto.
La Presidente nazionale AIOP ha, una volta ancora, manifestato la disponibilità della Sede nazionale ad esaminare specifiche richieste che abbiano una valenza territoriale, ribadendo che il ruolo della Sede è quello di dare una risposta coerente alle esigenze degli Associati in termini di servizi associativi e di condividere e supportare richieste diffuse e comuni, soprattutto, delle Sedi non strutturate.
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Notizie Aiop Nazionale

Senato. Presentata interrogazione in materia di introduzione di nuovi LEA
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Senato. Presentata interrogazione in materia di introduzione di nuovi LEA

Giovedì 9 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01199, a prima firma Aloisio (M5S), indirizzata al Ministro della Salute, in materia di introduzione di nuovi LEA.

Giovedì 9 maggio u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01199, a prima firma Aloisio (M5S), indirizzata al Ministro della Salute, in materia di introduzione di nuovi LEA.
Premesso che:
L'emergenza da COVID-19 ha messo a nudo lo stato degli ospedali italiani, accendendo un riflettore sulle fragilità del Titolo V della Costituzione che, di fatto, ha creato tanti sistemi sanitari quante sono le Regioni italiane. Pertanto, la gestione regionale di una materia delicata quanto dispendiosa, ha indebolito la sanità pubblica nazionale, incrementando il deficit statale e aumentando la sperequazione sanitaria. In particolare, ben 7 Regioni sono finite soggette alla disciplina dei piani di rientro dal deficit, quasi tutte del Centro-Sud. Più specificamente, se solo nel 2006 i disavanzi sanitari delle Regioni raggiungevano i 6 miliardi di euro, a distanza di anni, in Calabria si registra ancora un deficit di 170 milioni di euro. Questo quadro nefasto ha aumentato la mobilità sanitaria: basti pensare che, solo nel 2017, quasi un milione di meridionali sono emigrati al Nord in cerca di cure, spendendo altrove circa 4,6 miliardi di euro, ricorrendo anche alla sanità privata. Urge restituire allo Stato la cabina di regia della sanità nazionale. La riforma del Titolo V, che di fatto ha spalancato la porta all'autonomia differenziata e al regionalismo sanitario, sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro Paese. Si sta orientando sempre più la sanità italiana verso un sistema privatistico, se si considera che solo nel 2019 le case di cura private hanno incassato circa 1,6 miliardi di euro. A titolo di esempio, come confermato da una ricerca pubblicata su BMJ Open, per il 65 per cento le associazioni mediche italiane sono state sponsorizzate da società farmaceutiche e, stando ad un rapporto pubblicato dalla fondazione Gimbe nel 2021, 14 grandi aziende farmaceutiche hanno finanziato con circa 300 milioni di euro operatori e organizzazioni sanitarie. Si ritiene che un'altra priorità afferisca alla necessità di investire sulla medicina territoriale. Il DM n. 77 del 2022 definisce il modello per lo sviluppo dell'assistenza territoriale e gli standard delle strutture dedicate all'assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. Il provvedimento avrebbe dovuto dar seguito agli interventi previsti dalla componente 1 della missione 6 del PNRR, in materia di "reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale". Tuttavia, seppure il citato decreto ministeriale rafforza la medicina di prossimità, disciplinando il potenziamento di particolari strutture come le "case della comunità" (strutture facilmente riconoscibili e raggiungibili dalla popolazione per l'accesso, l'accoglienza e l'orientamento dell'assistito), non risultano ancora chiariti, definiti e finanziati gli interventi disciplinati dallo stesso decreto. Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 con i nuovi LEA. Esso sostituisce infatti integralmente il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, con cui i LEA erano stati definiti per la prima volta. Tuttavia, trascorsi 7 anni dal decreto 12 gennaio 2017 che ha introdotto le nuove prestazioni, queste ultime, de facto, risultano ancora bloccate e occorrerà attendere per accedere ai nuovi LEA.
L'interrogante chiede di sapere:

 

  • quali siano le modalità attraverso cui il Ministro in indirizzo intenda garantire un eguale accesso alle cure in tutto il territorio nazionale;
  • quali siano le tempistiche necessarie per l'introduzione dei nuovi LEA e le modalità attraverso cui intenda affrontare le criticità evidenziate;
  • se condivida le preoccupazioni di numerosi tecnici ed esperti del settore relativamente al rischio che l'accelerazione di ulteriori forme di autonomia acuisca la sperequazione sanitaria tra il Settentrione e le aree fragili del Paese.

 

La scheda dell'interrogazione è disponibile al link ipertestuale.

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