"Qual è il bilancio della sua esperienza professionale in AIOP e nell’UEHP?
Si tratta del bilancio di quasi trentacinque anni ed essendo così lungo è, fortunatamente, anche molto positivo. Al di là delle posizioni, più o meno di rilievo che sono stata chiamata ad occupare, l’aspetto per me più attraente è stato la dinamica di sviluppo umano e professionale ed il costante stimolo all’apprendimento o all’approfondimento delle tematiche affrontate. Credo che in AIOP si cresca attraverso un’attività impegnativa, ma interessante: la nostra Associazione è una buona scuola di formazione e di perfezionamento! Personalmente, ho imparato non solo a conoscere la politica associativa - attraverso le attività svolte dalla Sede nazionale e dalla Direzione generale, la partecipazione alle riunioni del Consiglio ed i contatti con l’Esecutivo e la Presidenza - ma anche ad assumere la responsabilità di proporre, dirigere e decidere, quando il mio contributo all’attività dell’UEHP è cresciuto nel tempo, sempre in armonia con le posizioni dell’AIOP, che ho avuto l’onore di rappresentare in Europa.
Quali sono stati i momenti di maggiore soddisfazione?
La soddisfazione maggiore è stata quella di poter lavorare sempre in un clima di fiducia, stima e cordialità, perché si dà il meglio, se si agisce in modo costruttivo e sostanzialmente ottimista, nonostante tutte le difficoltà che l’ospedalità privata ha incontrato e incontra a livello sia nazionale, sia europeo. Quando ho assunto la Vice Presidenza del BIAC, in rappresentanza di Confindustria, e poi la Presidenza dell’UEHP, su proposta dei colleghi degli altri Paesi membri, mi è stato prezioso il sostegno della mia Associazione. I ruoli direttivi sono un momento di crescita e di soddisfazione, accompagnati per me, lo confesso, da qualche timore iniziale per le nuove responsabilità. E tuttavia, ho provato una soddisfazione più personale e profonda nel condividere la mia esperienza quotidiana di vita e lavoro con i colleghi della Sede nazionale o quando la “mia Associazione” mi ha affidato incarichi di responsabilità, come ad esempio illustrare la politica sanitaria europea nel Convegno, tenutosi in concomitanza con l’Assemblea generale di Berlino.
Come immagine l’evoluzione dell’UEHP un domani?
Quando ho iniziato ad interessarmi di relazioni internazionali, la sanità non era neppure una politica di competenza comunitaria ma, in questo lungo periodo di tempo, ho potuto seguire da vicino la sua evoluzione, fino a divenire uno dei temi rilevanti per l’Unione europea. E ciò, non solo per quanto concerne le priorità costituite dalla tutela della salute della popolazione e dalla garanzia dei diritti socio-sanitari dei cittadini europei, come previsto dai Trattati, ma anche per questioni di carattere economico-finanziario o di tipo “trasversale”. Le istituzioni sanitarie, pubbliche e private, infatti, sono realtà complesse, che la politica europea può direttamente coinvolgere da molteplici punti di vista: dalla protezione dei dati sensibili all’accesso alle prestazioni transfrontaliere, dall’armonizzazione delle aliquote IVA agli aiuti di Stato. Attualmente, una delle priorità dell’UEHP è, a mio avviso, sviluppare sempre più un’interazione proattiva con le istituzioni centrali di Bruxelles, Commissione e Parlamento europeo, e un’attività di lobbying orizzontale, attraverso la sinergia con altre organizzazioni attive nell’euro-sfera, per rendere ancora più incisive e di successo le iniziative programmate. Per le Associazioni nazionali aderenti, inoltre, è molto importante condividere i problemi affrontati dal settore ospedaliero privato a livello nazionale, perché spesso hanno radici comuni e confrontarli può aiutare a trovare soluzioni valide e adattabili alle diverse realtà. Dal punto di vista della politica associativa generale, l’UEHP si batte in favore di un modello di sistema sanitario europeo, costituito da un mix pubblico-privato, correttamente gestito, in grado di rispondere adeguatamente ai crescenti bisogni sanitari, capace di erogare prestazioni di qualità e di garantire la sicurezza dei pazienti. Il modello di welfare dell’UE e la sostenibilità dei sistemi sanitari può essere salvaguardata solo da un uso razionale e produttivo delle risorse disponibili. In una parola, il settore privato può contribuire allo sviluppo di un’assistenza sanitaria “value-based” e in questo l’UEHP, come Unione delle Associazioni nazionali europee, ha un ruolo essenziale da svolgere nel prossimo futuro.