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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti. A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il cammino verso il rinnovo del CCNL del personale non medico ha compiuto un nuovo passo in avanti

Forte segnale di responsabilità da parte dell’Assemblea AIOP

L’Assemblea generale dell’Aiop, convocata a Roma il 22 gennaio u.s., per esprimersi sul tema del rinnovo del CCNL, ha ribadito la volontà di definire, in tempi rapidi, l’intesa per il rinnovo del contratto del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn, nel rispetto degli accordi e dei risultati con le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali.
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Notizie Aiop Nazionale

Non costituisce adesione implicita ad un CCNL il richiamo alle sole tabelle salariali del contratto stesso
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Non costituisce adesione implicita ad un CCNL il richiamo alle sole tabelle salariali del contratto stesso

Cass. Sez. Lavoro Ordinanza n. 18537 del 08 giugno 2022

Con l’interessante pronuncia in commento è stato affrontato il caso di un lavoratore, il quale, deducendo di aver sempre svolto un orario giornaliero pari, dapprima, a 8 ore e, poi, a 7 ore, ricorreva giudizialmente per ottenere la corresponsione della retribuzione per lo straordinario. A fondamento di tale domanda invocava l’applicazione del Contratto Integrativo Provinciale (C.I.P.L.) dei braccianti agricoli che prevedeva un orario giornaliero pari a 6,30 ore. La Corte d’Appello respingeva il ricorso, sul presupposto che il dipendente non avesse fornito alcuna prova circa il fatto che la società datrice avesse applicato o recepito l’invocata contrattazione provinciale.

Ricorreva in Cassazione l’ex dipendente sostenendo che, diversamente da quanto rilevato dalla Corte di Appello, il datore di lavoro avesse applicato gli istituti contrattuali di carattere generale come previsti dal CCNL e i minimi retributivi del richiamato C.I.P.L..

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di secondo grado – ha innanzitutto rilevato che i contratti collettivi non aventi efficacia erga omnes sono atti negoziali privatistici, applicabili esclusivamente ai rapporti individuali intercorrenti tra soggetti iscritti alle associazioni stipulanti. In mancanza di tale condizione, detti contratti sono applicabili solo a quei soggetti che abbiano espressamente aderito ai patti collettivi o li abbiano implicitamente recepiti, attraverso un comportamento concludente desumibile da una costante e prolungata applicazione delle clausole ivi contenute. Tale comportamento concludente non può essere integrato dal semplice richiamo alle tabelle retributive nella lettera di assunzione non seguito da concreta applicazione del contratto, in quanto tali clausole non rappresentano l’intero sistema normativo dell’impianto contrattuale e si limitano solo a regolare l’aspetto economico-retributivo del rapporto di lavoro, così come peraltro già evidenziato da precedenti giurisprudenziali (cfr. Cass. n. 4303/1986).

Tanto premesso il Collegio ha evidenziato che nel caso concreto la Corte di merito aveva correttamente valutato il comportamento in concreto posto in essere dal datore di lavoro e dal lavoratore, al fine di accertare, pur in difetto dell’ iscrizione alle associazioni sindacali stipulanti, la sussistenza di elementi tali da indurre a ritenere ugualmente sussistente la vincolatività della contrattazione collettiva richiamata dal lavoratore, giungendo alla conclusione che, diversamente da quanto sostenuto da quest’ultimo, non sussistesse alcuna adesione implicita alla stessa. In tale quadro, il lavoratore che, qualora non sia chiara l’applicazione integrale di un determinato contratto collettivo al rapporto di lavoro, voglia ottenere il riconoscimento di tale applicabilità, sarà onerato di provare il rispetto costante – e senza contestazione da parte del datore – delle clausole contrattuali invocate in giudizio.

Per tali motivi, la Corte respingeva il ricorso proposto dal lavoratore, con condanna alle spese

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