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Notizie dalla Liguria

Positive le dichiarazioni del Ministro della Salute sulla necessità di ragionare in ottica di sistema come operatori del Servizio sanitario

Dichiarazioni del Presidente Aiop del 4 dicembre 2018

“Registriamo positivamente le dichiarazioni del Ministro della Salute, Giulia Grillo, sulla necessità di ragionare in ottica di sistema come operatori del Servizio sanitario, nell’obbiettivo comune e condiviso di rispondere alla domanda di salute dei cittadini”. Così Barbara Cittadini, Presidente dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata, interviene sulle recenti dichiarazioni sulla componete privata da parte del Ministro della Salute, Giulia Grillo.
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Question time: il Ministro Schillaci risponde sulle liste di attesa in ambito sanitario
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Question time: il Ministro Schillaci risponde sulle liste di attesa in ambito sanitario

La nostra strategia impatterà sulle liste d'attesa, la professione medica, le nuove risorse e la medicina territoriale

Mercoledì 12 aprile, durante il Question time della Camera il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto all'interrogazione n.3-00325, a prima firma Zanella (Verdi - SI), in materia di iniziative di competenza volte a superare le criticità relative alle liste di attesa in ambito sanitario. 

In particolare, l'interrogante chiedeva di sapere quali iniziative di competenza il Ministro intendesse assumere, d'intesa con le regioni, al fine di affrontare e risolvere la questione delle liste di attesa per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, evitando che la cura e la prevenzione dipendano dalla capacità economica, attuando pienamente l'articolo 32 della Costituzione.

 

Di seguito una sintesi della risposta del Ministro della Salute: 

  • La strategia che si sta avviando per potenziare il sistema sanitario nazionale ha un diretto impatto sulla riduzione delle liste d'attesa, punta a valorizzare la professione medica, assumere nuove risorse mediche infermieristiche e a riorganizzare la medicina territoriale;
  • la sanità è ingolfata, non certo per il COVID, che ha solo mostrato le debolezze di un sistema disorganizzato e, spesso, lontano dall'articolo 32 della Carta costituzionale. Le lunghe attese e le rinunce dei cittadini sono il sintomo di un sistema che ha nelle sue cause la disorganizzazione ed è qui che interverremo;
  • c'è una dicitura emblematica nel quesito al quale stiamo rispondendo: “d'intesa con le regioni”. Nel Milleproroghe sono stati stanziati 380 milioni per tagliare le liste di attesa e si sta lavorando ad una riforma del sistema. E' inaccettabile che ci siano regioni che hanno già impegnato questi fondi e altre che restano invischiate in ritardi, lungaggini, giri di parole;
  • il Ministero della Salute coordina l'Osservatorio nazionale sulle liste di attesa, con il compito di affiancare regioni e province autonome nell'implementazione del Piano nazionale di Governo delle liste di attesa, monitorare l'andamento degli interventi previsti, rilevare le criticità, fornire indicazioni per uniformare i comportamenti, superare le diseguaglianze, rispondere in modo puntuale ai bisogni dei cittadini. L'Osservatorio effettua sistematicamente i monitoraggi previsti, in particolare, sui tempi di attesa e sulle sospensioni delle attività di erogazione, segnalando criticità e supportando regioni e province autonome;
  • le problematiche relative ai tempi di attesa si sono acuite durante il periodo pandemico, rendendo molto più critico per i cittadini l'accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche. Presso la competente Direzione del Ministero della Salute è stato attivato un tavolo di monitoraggio, che sta seguendo costantemente lo stato di avanzamento delle attività di recupero delle prestazioni non erogate. Le regioni sono state invitate a formulare e rimodulare specifici piani operativi di intervento;
  • sebbene non tutte le regioni, nel 2022, abbiano azzerato le liste di attesa, il finanziamento e il supporto tecnico del Ministero hanno permesso di recuperare prestazioni che, se non fossero state soddisfatte con gli strumenti straordinari adottati, si sarebbero sommate ai nuovi bisogni di prestazioni del periodo post-critico, rendendo definitivamente disfunzionale il sistema di offerta;
  • concluso il monitoraggio previsto, grazie alle disposizioni del decreto-legge 29 dicembre 2022, le regioni che non hanno ancora azzerato le liste di attesa potranno continuare ad avvalersi di specifiche misure di finanziamento per proseguire le attività di recupero e per intervenire ulteriormente. Per tale finalità il Ministero della Salute ha già invitato le regioni a condurre un aggiornamento delle liste di attesa, la cosiddetta pulizia delle liste di attesa e ad implementare i processi di valutazione dell'appropriatezza prescrittiva, nell'ottica di proseguire le attività di affiancamento, supporto e monitoraggio;
  • un particolare sforzo promosso nella direzione di aumentare la capacità di offerta del sistema sanitario nazionale e consentire al cittadino un maggiore accesso alle prestazioni è rappresentato dalla “farmacia dei servizi”: un impianto normativo con il quale le farmacie territoriali garantiscono prestazioni di prevenzione, diagnosi e supporto. Sono, altresì, garantiti servizi e prestazioni in telemedicina;
  • rientrano, infine, tra gli impegni assunti con il vigente Piano nazionale di Governo delle liste di attesa, la definizione e l'applicazione, da parte delle regioni, dei percorsi di tutela, ossia l'attivazione di modalità alternative di accesso alle prestazioni nel caso in cui al cittadino non possa essere assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalla regione.

In sede di replica L'on. Zanella (Verdi-SI), non si è ritenuta soddisfatta evidenziando che:

  • Il ricorso, sotto gli occhi di tutti, alla sanità privata è sempre più diffuso e questa è la conseguenza di un Servizio sanitario nazionale che sta per collassare. La causa prima è il sottoinvestimento a livello di bilancio, la scelta, quindi, di escludere dall'accesso alla sanità pubblica milioni di cittadini e cittadine.
  • La spesa privata dei cittadini e delle cittadine italiani per la sanità, infatti, è passata dal 34,85 miliardi di euro del 2019 ai 37 miliardi del 2020 e 2021, il 6 per cento in più. Secondo l'Istat, 4 milioni di persone rinunciano a curarsi. Nel 2020 e 2021, rispetto al 2019, è diminuito il numero delle prime visite, ma non di qualche centinaia di migliaia di unità, bensì di 12,8 milioni; così 17,1 milioni di visite di controllo non ci sono state, 1,3 milioni di ecografie all'addome non ci sono state e poco più di mezzo milione di mammografie.
  • Basti pensare che si intende portare la spesa militare in Italia al 2 per cento del PIL, 38 miliardi, mentre il Gruppo Verdi-SI propone di diminuire questo tipo di spesa e mettere queste risorse a disposizione del Servizio sanitario nazionale. 

QUI la risposta completa. 

 

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