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Notizie dalla Liguria

CCNL. Cittadini: “Bene l'apertura Ministro, sia così tempestivo anche per chi opera nelle strutture private”

Dichiarazioni pubblicate su Quotidiano Sanità lo scorso 23 novembre 2018

"L’apertura del Ministro Giulia Grillo alle richieste dei sindacati dei medici che operano nella componente di diritto pubblico del SSN, è un’ottima notizia. Chiediamo che possa essere attivato, con la stessa tempestività, un confronto anche con la componente del SSN di diritto privato, nella quale lavorano 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e oltre 32mila operatori socio-sanitari, che ogni giorno consentono di dare una risposta alla domanda di salute degli italiani, contribuendo, in modo determinante, all’offerta sanitaria del Paese”, lo dichiara Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute.

Gdpr. Valutazione di impatto per i trattamenti transfrontalieri

Il Garante individua le operazioni a rischio

D’ora in poi, pubbliche amministrazioni e aziende italiane che effettuano trattamenti di dati volti ad offrire beni e servizi anche a persone residenti in altri Paesi dell’Unione europea avranno uno strumento in più per applicare correttamente il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati. Il Garante per la privacy ha predisposto, come stabilito per le Autorità di controllo nazionali dal Gdpr, un elenco delle tipologie di trattamento che i soggetti pubblici e privati dovranno sottoporre a valutazione di impatto. L’elenco recepisce le osservazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati al quale era stato sottoposto dal Garante per il prescritto parere.
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Notizie Aiop Nazionale

Vaccinazione nei luoghi di lavoro
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Vaccinazione nei luoghi di lavoro

Indicazioni generali per il trattamento dei dati personali

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale Aiop

Con la sottoscrizione di un nuovo Protocollo nazionale del 6 aprile 2021, le Parti sociali hanno dato avvio ad una nuova fase della vaccinazione contro l’infezione da Sars-CoV-2, prevedendo la possibilità per i datori di lavoro di procedere alla somministrazione del farmaco ai propri dipendenti, indipendentemente dall’età degli stessi, attraverso la stipulazione di contratti con le aziende sanitarie.

Attraverso tale protocollo le organizzazioni di rappresentanza delle imprese hanno avvertito la responsabilità sociale di collaborare attivamente all’iniziativa attraverso:

1. l’offerta di spazi aziendali di grandi dimensioni presenti nei diversi territori per l’utilizzo diretto da parte del sistema pubblico dell’emergenza come punti di vaccinazione aggiuntivi;

2. l’impegno delle aziende e dei datori di lavoro alla vaccinazione diretta del proprio personale, nella convinzione che solamente un’azione generale e coordinata possa abbattere i tempi della vaccinazione, ampliare la tutela e consentire di proteggere la salute collettiva.

In questo ambito I datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari vaccinali nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta.

In tale contesto è nuovamente intervenuto in materia il Garante per la Protezione dei Dati Personali, ribadendo, anche in questa fase, l’importanza della tutela dei dati dei soggetti coinvolti e, in particolare, come l’unico soggetto legittimato a trattare i dati sanitari dei dipendenti sia il medico competente e come, pertanto, occorra far a questo riferimento per la somministrazione del farmaco, nonché tutti gli atti propedeutici, quali la compiuta informazione dei lavoratori e l’acquisizione del consenso informato.

In particolare, il Garante ha sottolineato come le parti sociali abbiano inserito tra i presupposti ritenuti “imprescindibili” ai fini della realizzazione dell’iniziativa “l’adesione consapevole e informata da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, la “tutela della privacy” e la prevenzione di ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Ed infatti, continua l’Autorità, “anche in questo contesto eccezionale occorre infatti che ciascuno dei soggetti coinvolti nella realizzazione e gestione del piano vaccinale … operi nell’ambito e nei limiti previsti dalla rispettiva disciplina applicabile, che ne costituisce la base giuridica, evitando la confusione di ruoli che può dare adito a una circolazione illecita di informazioni, che potrebbe determinare effetti lesivi dei diritti e delle libertà degli interessati”.

In altre parole, il Garante per la Protezione dei Dati Personali, ha ribadito la propria interpretazione restrittiva assunta nelle F.A.Q. del 17.02.2021 e in alcune precedenti note, evidenziando come il medico competente sia “l’unico legittimato a trattare i dati sanitari dei lavoratori per le finalità indicate dalla legge di settore … in qualità di autonomo titolare del trattamento”.

Nonostante l’emergenza in corso, il Garante non ha quindi mutato la propria posizione, confermando che – in nessun caso – l’azienda può acquisire il dato vaccinale dei propri dipendenti, non esistendo alcuna previsione di legge che costituisca un’idonea base giuridica per il trattamento diretto da parte delle aziende.

Ed infatti, si deve rammentare come il Legislatore, nel disporre l’obbligo della vaccinazione in capo ai professionisti sanitari ed operatori di interesse sanitario, non abbia previsto alcuna deroga in materia di privacy ed anzi abbia esplicitamente vincolato la ASL al “rispetto delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali”.

Pertanto, allo stato, non è ancora possibile per le Aziende Sanitarie procedere ad un’indagine autonoma in merito all’osservanza delle precitate disposizioni di legge.

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