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Notizie dalla Liguria

CCNL. Cittadini: “Bene l'apertura Ministro, sia così tempestivo anche per chi opera nelle strutture private”

Dichiarazioni pubblicate su Quotidiano Sanità lo scorso 23 novembre 2018

"L’apertura del Ministro Giulia Grillo alle richieste dei sindacati dei medici che operano nella componente di diritto pubblico del SSN, è un’ottima notizia. Chiediamo che possa essere attivato, con la stessa tempestività, un confronto anche con la componente del SSN di diritto privato, nella quale lavorano 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e oltre 32mila operatori socio-sanitari, che ogni giorno consentono di dare una risposta alla domanda di salute degli italiani, contribuendo, in modo determinante, all’offerta sanitaria del Paese”, lo dichiara Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute.

Gdpr. Valutazione di impatto per i trattamenti transfrontalieri

Il Garante individua le operazioni a rischio

D’ora in poi, pubbliche amministrazioni e aziende italiane che effettuano trattamenti di dati volti ad offrire beni e servizi anche a persone residenti in altri Paesi dell’Unione europea avranno uno strumento in più per applicare correttamente il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati. Il Garante per la privacy ha predisposto, come stabilito per le Autorità di controllo nazionali dal Gdpr, un elenco delle tipologie di trattamento che i soggetti pubblici e privati dovranno sottoporre a valutazione di impatto. L’elenco recepisce le osservazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati al quale era stato sottoposto dal Garante per il prescritto parere.
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Notizie Aiop Nazionale

Dal rinvio Iri alla «cassa». Errori diabolici per le Pmi
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Dal rinvio Iri alla «cassa». Errori diabolici per le Pmi

Articolo pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 ore del 7 febbraio 2018

Maurizio Leo, Consulente tributarista della Sede nazionale

Le imprese minori sono state, negli ultimi tempi, oggetto di sistematici interventi fiscali che, però, troppo spesso, si sono risolti in cantonate tecniche, oltre che in ingiustificate penalizzazioni. E ciò malgrado proclami e dichiarazioni di attenzione verso quella che certamente può essere considerata come la struttura portante della nostra economia, già minacciata quotidianamente da e-commerce e nuovi modelli di consumo e distribuzione.
Ma per capire se e come intervenire, è necessario fare qualche passo indietro e ricostruire tutti i pasticci degli ultimi tempi.
Va detto, in premessa, che dopo gli impegni contenuti nella delega fiscale e poi, in sede di attuazione, non mantenuti, si è dato corso a una sorta di “ravvedimento operoso” con la legge di bilancio 2017, che ha previsto, tra l’altro, l’introduzione del regime di cassa per le imprese minori. Misura che trovava la sua ragion d’essere nella volontà di evitare, a tali soggetti, gli effetti negativi dei ritardi nei pagamenti.
Tuttavia, le attese dei contribuenti sono state tradite. Si pensi, in proposito, all’obbligo di portare in diminuzione dal reddito, nel 2017, le esistenze iniziali di periodo (rimanenze finali 2016), con la conseguente emersione di perdite in bilancio non più recuperabili fiscalmente. Problematica, questa, tanto evidente quanto trascurata, per le rilevanti ricadute sul bilancio dello Stato. Insomma, si voleva aiutare i contribuenti minori, evitando che anticipassero imposte in corrispondenza di ricavi non incassati, ma si è riusciti a far sì che i costi connessi all’acquisto dei beni non fossero più recuperabili in relazione alle cessioni effettuate dal 2018 in poi. Un buon risultato, no?
La stessa legge di bilancio 2017 conteneva anche altre disposizioni dedicate alle imprese minori, quali l’introduzione dell’opzione per l’Iri e, quindi, per l’applicazione di una flat tax al 24% per tutti quei soggetti di ridotte dimensioni che, altrimenti, avrebbero sofferto l’onerosità della progressività per scaglioni propria dell’Irpef. Insomma, si trattava di un parziale correttivo agli svarioni del regime di cassa, in grado di dare un po’ di ossigeno a soggetti che, oggi, hanno non poche difficoltà. Tuttavia, con la legge di bilancio 2018, si è ingiustificatamente posticipata l’entrata in vigore dell’Iri, rinviando l’applicazione di un modello di prelievo improntato all’equità e costruito sulle esigenze, anche finanziarie, dei piccoli imprenditori. Come se non bastasse, poi, lo slittamento dell’Iri complicherà e renderà ancora più onerosa la gestione della cassa aziendale. Si metteranno in difficoltà tutti quei contribuenti che avevano versato acconti ridotti, tenendo conto della novità normativa. Peraltro, non è possibile neppure scongiurare l’applicazione, in questi casi, di sanzioni da insufficiente versamento. Insomma, un altro intervento di supporto alle piccole imprese risoltosi in un pasticcio. E tutto ciò a voler tacere che molti contribuenti minori, in considerazione della possibilità di optare per l’Iri, avevano adottato un sistema ordinario di contabilità, sostenendone i relativi maggiori costi.
Anche in questo caso si voleva dare un beneficio ai piccoli, riducendo il carico fiscale, e si rischia addirittura di sanzionarli per errori che, certo, non sono loro imputabili.
C’era chi diceva che l’errore ci dona semplicemente l’opportunità di iniziare a diventare più intelligenti. Questa è certamente una speranza, che si unisce a quella, più generale, di avere un legislatore fiscale meno narciso e distratto dalle conferenze stampa, ma più consapevole e attento. Soprattutto ai dettagli. Però, attenzione, perché errare è umano, ma perseverare è diabolico.

 

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