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Notizie dalla Liguria

Manovra: stanziati 150 milioni, nel triennio 2019/2021, per ridurre le liste d’attesa

Negli ultimi anni, abbiamo avuto modo di rilevare come uno degli effetti più evidenti della costante, progressiva e ingravescente riduzione delle risorse sia stata una delle cause dell'incremento delle liste d'attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie. Un fenomeno percepito dai cittadini come una forte criticità del Ssn, in quanto compromette l’accessibilità e la fruibilità ai servizi necessari alla tutela della loro salute.

Cambiamento

Fra i più importanti atti governativi di questa complessa stagione si colloca certamente la nota di aggiornamento al DEF in approvazione in Parlamento l’11 ottobre.

Il 10 ottobre le Commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato hanno espresso i pareri favorevoli rispetto ai profili di interesse in ambito sanitario. Ciò che qui importa in maniera particolarmente rilevante è quanto contenuto nel parere presentato dal relatore, il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Sileri (M5S) sotto due profili.

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Notizie Aiop Nazionale

Il licenziamento per inidoneità fisica e l'obbligo di repêchage
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Il licenziamento per inidoneità fisica e l'obbligo di repêchage

Corte di Cassazione, Sez. Lavoro - Sentenza n. 20497 del 3.8.2018

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavoristico della Sede nazionale

La pronuncia in commento affronta il caso di un licenziamento per sopravvenuta inidoneità fisica della dipendente - riconosciuta invalida al 100% e portatrice di handicap in situazione di gravità - alla qualifica di ausiliaria socio sanitaria in precedenza attribuita di cui la lavoratrice assumeva la violazione dell’obbligo di repêchage.
Sia il Giudice di prime cure, che la Corte di Appello di Messina, in sede di reclamo, accertavano l’illegittimità del licenziamento, avendo - a loro dire - la società proceduto ad assumere altro soggetto in mansioni compatibili con quelle precedentemente assegnate alla dipendente poi licenziata.
Contro tale ultima decisione proponeva ricorso per Cassazione parte datoriale, secondo cui la Corte territoriale avrebbe dovuto confermare il licenziamento impugnato atteso che l’obbligo di repêchage è condizionato alla effettiva disponibilità di un posto di lavoro compatibile con lo stato di salute del dipendente e con la sua professionalità (valutazione omessa nei gradi precedenti), salva l’insindacabile discrezionalità e libertà del datore di lavoro, di organizzare la propria attività imprenditoriale, oggetto di copertura costituzionale ai sensi dell’art. 41 Cost..
La Suprema Corte, ritenendo fondata tale censura, confermava il principio secondo cui, in caso di sopravvenuta infermità permanente del dipendente, l’impossibilità della prestazione lavorativa quale giustificato motivo di recesso del datore di lavoro dal contratto di lavoro subordinato non è ravvisabile per effetto della sola inesigibilità sopravvenuta della prestazione. Infatti, tale impossibilità viene meno ove il lavoratore possa essere adibito ad una diversa mansione all’interno dell’azienda, purché tale diversa attività sia utilizzabile nell’impresa, secondo l’assetto organizzativo insindacabilmente stabilito dall’imprenditore.
E, in particolare, la Corte sanciva: “nell’ottica del bilanciamento di opposti interessi costituzionalmente protetti (artt. 4, 32, 36, 41 Cost.), quale quello connesso alla conservazione del posto di lavoro e quello connesso alla libertà di iniziativa economica, è stato ritenuto non potersi pretendere che il datore di lavoro, per ricollocare il dipendente non più fisicamente idoneo, proceda a modifiche delle scelte organizzative escludendo, da talune posizioni lavorative, le attività incompatibili con le condizioni di salute del lavoratore”.
In altre parole, la Cassazione, richiamando oramai consolidata giurisprudenza (si veda Cass. Sez. Un. n. 7755/1998, Cass. n. 29250/2017; Cass. n. 15500/2009; Cass. n. 25883/2008), ha ribadito che l’obbligo di repêchage non si declina nell’onere di parte datoriale di alterare l’organizzazione tecnico produttiva al fine di “creare” una posizione in cui inserire il lavoratore divenuto inidoneo, ma esclusivamente nella “verifica della esistenza nell’organico aziendale di posizioni adeguate allo stato di salute del dipendente”.
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