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PDTA gestione area critica: MinSal pubblica documento
Il documento ha l'obiettivo di offrire ai decisori politici un’ipotesi degli strumenti organizzativi per una riforma strutturale di tutto il sistema, non legata a momenti emergenziali, al fine di rendere attuabile il Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 che ha posto limiti oggettivi di appropriatezza, sostenibilità economica e tenuta organizzativa
Giovedì 6 aprile, il Ministero della Salute ha pubblicato un documento recante “Sviluppo organizzativo e gestionale dell'area critica e percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) nel SSN”.
In particolare, il documento ha l'obiettivo di offrire ai decisori politici, nazionali e regionali, un’ipotesi degli strumenti organizzativi per una riforma strutturale di tutto il sistema, non legata a momenti emergenziali, al fine di rendere attuabile il Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19) che ha posto limiti oggettivi di appropriatezza, sostenibilità economica e tenuta organizzativa.
Nello specifico, il documento propone un meta-modello organizzativo per assicurare uniformi LEA in Area Critica (AC), individuando un percorso di composizione e riduzione della forte disomogeneità territoriale e regionale (obiettivo principale del PNRR), superando la dicotomia tra “terapia intensiva” e “terapia semi-intensiva” (DL 34) facendole convergere in un’unica struttura organizzativa di Area Critica (AC), definita “sistema organizzato per erogare le cure necessarie a pazienti in condizioni di diversa criticità, attraverso assistenza medica ed infermieristica con capacità di modulare il monitoraggio e le molteplici modalità di supporto delle insufficienze d’organo”.
Per la realizzazione del modello viene proposta una struttura organizzativa orizzontale che coinvolga tutte le componenti dell’AC, le integri e le coordini, lasciando intatte le identità e le afferenze disciplinari, mediante l’istituzione di uno strumento autonomo di coordinamento dell’AC. Con tali interventi si produrrebbe, a medio e lungo termine, un evidente risparmio per la spesa sanitaria pubblica.
QUI per consultare il documento.