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Notizie dalla Liguria

Si apre il confronto con il nuovo Governo

Il Presidente Cittadini chiede un incontro con il nuovo Ministro della Salute, Giulia Grillo

L'Aiop riunisce al suo interno imprenditori con una visione di sistema inclusiva che declina, rispetto ai mutati bisogni di salute degli italiani, un’offerta adeguata ad una domanda di salute che è profondamente mutata. Ritenendo di avere un ruolo significativo e di essere un soggetto in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini e di contribuire, quindi, anche ad una migliore performance del Servizio sanitario nazionale, il Presidente nazionale Aiop, Barbara Cittadini, ha chiesto un incontro con il neo Ministro della Salute, Giulia Grillo, per confrontarsi in merito alla salvaguardia dell’universalismo, elemento prezioso che contribuisce a fare del nostro Ssn uno dei migliori al mondo.

In vigore il nuovo Regolamento attuativo

Nuove regole operative dal 29 maggio 2018

Con delibera del 15 maggio scorso, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha varato il nuovo Regolamento attuativo in materia di rating di legalità, entrato in vigore il 29 maggio 2018, con le finalità di assicurare una maggior efficacia del controllo in sede di rilascio del rating, ma anche di semplificare, snellire e chiarificare le procedure per l'attribuzione, la modifica, il rinnovo, la revoca e l'annullamento della certificazione.


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Notizie Aiop Nazionale

La scheda di dimissione ospedaliera non riveste valore probatorio ai fini del riconoscimento del diritto alla remunerazione
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La scheda di dimissione ospedaliera non riveste valore probatorio ai fini del riconoscimento del diritto alla remunerazione

Ordinanza n. 19826 Cassazione Civile, Sez. 1, 22 settembre 2020

Francesca Gardini, Ufficio giuridico

Il Tribunale di Palermo, con sentenza del 16 settembre 2008, respingeva la domanda di una Casa di Cura con la quale chiedeva la condanna dell’Azienda USL 6 di Palermo e dell’Assessorato alla Sanità della Regione Sicilia al pagamento, in suo favore, del corrispettivo per le prestazioni sanitarie erogate, in regime di convenzionamento, negli anni 1995-1997 in favore di «neonati nati sani», autonomamente rispetto all’evento parto.

Il Giudice di prime cure, a fondamento della sua decisione, poneva la sussistenza di una inscindibile relazione tra la compilazione della scheda di dimissione ospedaliera (SDO) e il pagamento della prestazione resa secondo la voce dell’apposita tariffa, conseguentemente, concludeva che sino all’introduzione dell’obbligo di compilazione della SDO anche per i neonati sani ricoverati nel nido, avvenuta ad opera del DM 30 giugno 1997, non sarebbe dovuta alcuna remunerazione per attività assistenziali, diversa da quella del parto.

A medesima conclusione addiveniva, inoltre, la Corte di Appello di Palermo, con sentenza del 1° dicembre 2014, avverso la quale la Casa di Cura presentava ricorso per Cassazione, accolto con Ordinanza n. 19826 pubblicata il 22 settembre 2020.

La Suprema Corte, partendo dall’assunto che la ratio decidendi della sentenza impugnata «è che esista una correlazione tra la SDO e i compensi per prestazioni sanitarie, tale da indurre ad escludere la remunerabilità delle prestazioni per il neonato sano relativamente al periodo 1995-1997, ove l’obbligo di compilazione della SDO non era stato ancora istituito», ne ha dichiarato l’erroneità in quanto la correlazione tra obbligo di compilazione della SDO e la remunerabilità della prestazione sanitaria in convenzione con il SSN è priva di valido fondamento normativo.

Ad avviso della Corte di legittimità, infatti, quanto sostenuto dai giudici di merito sovverte il rapporto logico fra obbligo di compilazione della SDO e la remunerabilità della prestazione sanitaria, attribuendo a uno strumento conoscitivo e statistico, quale è la SDO, la funzione di presupposto normativo; nella normativa primaria e secondaria che individua le prestazioni remunerabili, invece, ad avviso degli Ermellini, occorre rinvenire i pilastri fondanti tanto il diritto al corrispettivo e quanto l’obbligo di compilazione della SDO.

La remunerazione della prestazione, in altre parole, deve essere riconosciuta in quanto prevista da tariffario e non in quanto ne sia prevista (e non già semplicemente effettuata) la documentazione e avallare la tesi sostenuta dai giudici di merito, precisa la Corte di Cassazione, vorrebbe dire sovvertire il rapporto tra classificazione delle prestazioni rimborsabili (DRG) e SDO che ne documenta l’effettuazione.

La funzione informativa e statistica della SDO, del resto, sarebbe evidente.

Il DM 28 dicembre 1991 ha istituito la SDO quale «strumento ordinario per la raccolta di informazioni relative ad ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale», introducendo, conseguentemente, l’obbligo per tutti gli istituti di ricovero, pubblici e privati, di adottare entro il 30 giugno 1992 la SDO, quale parte integrante della cartella clinica e con le medesime valenze di carattere medico-legale; con successivo DM 26 luglio 1993, inoltre, è stato attivato il flusso informatico relativo alla scheda di dimissione ospedaliera «quale rilevazione sistematica delle informazioni anagrafico-amministrative e sanitarie relative a tutti i dimessi dagli istituti di cura pubblici e privati in tutto il territorio nazionale».

Tanto ciò detto, atteso che la regione Sicilia con decreto assessorile 7 novembre 1995, con decorrenza 1° gennaio 1995, ha determinato le tariffe regionali relative alle prestazioni di assistenza ospedaliera pubblica e privata, prevedendo un’apposita tariffa per il «neonato nato sano», in conformità al DM 15 aprile 1994 e in difformità dal DM 14 dicembre 1994, che aveva funzione suppletiva rispetto alla normativa della Regione autonoma che ha regolato la specifica materia, peraltro in sintonia con il DM 15 aprile 1994, la Corte di Cassazione, ha accolto il ricorso, cassato la sentenza impugnata e rinviato alla Corte di Appello di Palermo in diversa composizione.

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