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Bollettino Agcm: Proposte Ddl concorrenza 2023
Lunedì 10 luglio, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel bollettino settimanale, ha avanzato alcune proposte per la legge sulla concorrenza 2023 toccando anche alcuni temi di interesse sanitario.
Si comunica che lunedì 10 luglio, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel bollettino settimanale, ha avanzato alcune proposte per la legge sulla concorrenza 2023 toccando anche alcuni temi di interesse sanitario.
In particolare, l'Agcm propone di:
- Introdurre misure volte a incrementare la competitività delle gare pubbliche per l’acquisto dei farmaci
L'obiettivo è promuovere le dinamiche competitive nel mercato dei farmaci biologici, in particolare attraverso lo stimolo all’uso dei c.d. biosimilari, come strumento in grado di ampliare la platea dei pazienti che possono accedere a tale tipologia di farmaci e di contribuire alla sostenibilità dei sistemi sanitari europei. L’Autorità reitera l’opportunità dell’adozione di una disciplina che faccia leva, anche nel caso dei farmaci biosimilari con principi diversi, sul criterio dell’equivalenza terapeutica, la quale, tuttavia, deve essere declinata tenendo conto delle specificità che caratterizzano questa tipologia di medicinali.
- Pubblicità sanitaria
Il comma 525 dell’articolo 1 della legge n. 145/2018 ha reintrodotto, secondo l'Autorità, delle ingiustificate limitazioni all’utilizzo della pubblicità nel settore delle professioni sanitarie, in controtendenza rispetto al trend di liberalizzazione che ha contraddistinto l’evoluzione del settore, peraltro non motivate né proporzionate all’interesse generale di tutelare il consumatore. Circoscrivere il contenuto legittimo di una “comunicazione informativa” all’unico fine di “garantire la sicurezza dei trattamenti sanitari” rende inefficace lo strumento pubblicitario. Non è la pubblicità a garantire la sicurezza dei trattamenti sanitari, quanto piuttosto le misure in tal senso concretamente adottate dai professionisti nell’esercizio della propria attività, misure peraltro imposte dalla disciplina di settore e dalla dovuta diligenza professionale.
- Misure volte ad armonizzare e migliorare l’accesso ai canali di vendita dei prodotti dieto-terapeutici per celiaci
L'autorità ritiene che sussistano significative differenze tra le diverse regioni in relazione alle concrete modalità di accreditamento e di fruizione del contributo pubblico da parte dei soggetti cui venga diagnosticata e certificata la celiachia. In particolare, in alcune regioni è previsto l’utilizzo di buoni cartacei mensili che vengono forniti dall’ Azienda sanitaria locale (ASL) di appartenenza dietro presentazione del certificato medico attestante la malattia celiaca, in altre si utilizzano buoni dematerializzati accreditati direttamente sulla tessera, in altre si richiede l’utilizzo della ricetta rossa, mentre in altre ancora viene fornita in dotazione a tutti i soggetti celiaci una carta magnetica ricaricabile. L’Autorità ritiene, infatti, che in tutte le regioni d’Italia debbano essere uniformemente realizzati sia il massimo allargamento possibile del numero e della tipologia dei negozi in convenzione con le ASL dove è consentito l’utilizzo del contributo pubblico, sia una adeguata razionalizzazione, semplificazione e dematerializzazione delle procedure di accreditamento.
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