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Posata la prima pietra dell’Iceberg
Una struttura eco-sostenibile di 10 piani, 18 sale operatorie, 283 posti letto, altamente informatizzata e orientata al paziente
È stato presentato lo scorso lunedì mattina il progetto dell’Iceberg, l’edificio che ospiterà il Nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Hanno aperto la cerimonia Enrico Tommaso Cucchiani, Presidente dell’Ospedale San Raffaele e Paolo Rotelli, Presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, alla presenza tra gli altri di Ignazio La Russa, Vice Presidente del Senato, che ha posto la prima pietra all’interno del cantiere. Alla posa della prima pietra, in rappresentanza di Aiop erano presenti anche il Presidente nazionale, Barbara Cittadini e il Presidente nazionale Aiop Giovani, Michele Nicchio e il professor Gabriele Pelissero.
Il Nuovo Polo, i cui lavori si concluderanno nell’estate 2020, svetterà accanto all’Università Vita-Salute San Raffaele, dentro l’attuale perimetro del complesso ospedaliero.
Come ha illustrato l’Amministratore Delegato Elena Bottinelli, il progetto ideato dall’architetto Mario Cucinella rappresenta in ogni suo particolare estetico e funzionale un cambiamento concreto nella gestione dell’emergenza-urgenza: non sarà più il paziente a spostarsi, ma saranno le équipe di chirurghi e specialisti a raggiungere i pazienti, il tutto all’interno di un unico edificio nel quale gli spostamenti saranno più rapidi.
Il Nuovo Polo si svilupperà su 8 piani fuori terra, più 2 piani sotterranei e sarà composto da due elementi complementari: la piastra tecnica, che ospiterà le funzioni ospedaliere più importanti, come il blocco chirurgico con 18 sale operatorie (di cui 2 ibride con le più moderne tecnologie per supportare il chirurgo attraverso l’uso di diagnostiche di ultima generazione e della robotica), la terapia intensiva e il pronto soccorso; la torre, dove saranno collocati i reparti di degenza con 283 posti letto e gli ambulatori per le visite specialistiche.
Tanti gli aspetti innovativi. Uno riguarderà l’uso dei sistemi informatici: l’Iceberg, infatti, sarà un esempio di informatizzazione a supporto del paziente e degli operatori.
Condivisione delle informazioni cliniche, raccolta dei dati di esito, prevenzione degli errori, ma anche comunicazione ai pazienti e ai familiari in merito ai tempi di attesa in pronto soccorso, alle indicazioni per il ricovero, fino al supporto mediante telemedicina a coloro che sono stati dimessi.
Un’attenzione particolare sarà rivolta al confort dei pazienti. L’intera struttura, infatti, si avvarrà di imponenti vetrate che consentiranno di beneficiare della luce naturale, fondamentale per rendere più gradevoli e familiari gli ambienti ospedalieri, aspetti, questi, spesso trascurati, perché erroneamente ritenuti solo estetici.
Rispetto a quello esistente, il nuovo Pronto Soccorso sarà ampliato sia negli spazi di osservazione del paziente sia nell’offerta diagnostica. I nuovi ambienti, più grandi e accoglienti, agevoleranno le procedure di presa in carico del paziente, evitando situazioni di sovraffollamento. Inoltre, per una maggior sicurezza di tutti saranno presenti 2 postazioni delle forze dell’ordine.
Sia la piastra che la torre saranno improntate alla massima razionalità dei percorsi, con una gestione oculata e funzionale degli spazi di collegamento sia verticali sia orizzontali, mentre la tecnologia robotica faciliterà il trasporto interno delle merci. Per la costruzione dell’edificio saranno utilizzati materiali eco-sostenibili. Il costo previsto per la realizzazione del nuovo Polo è di 60 milioni di euro, interamente finanziati dal Gruppo San Donato.
Paolo Rotelli, Presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, ha dichiarato: “L’Iceberg rappresenta un monumento ai nostri pazienti. Dopo aver garantito la solidità finanziaria, mai come in questo momento il San Raffaele è stato così virtuoso: non abbiamo mai curato così tanti pazienti, né formato così tanti giovani e il numero delle nostre pubblicazioni scientifiche ci consente di svettare tra gli istituti di ricerca del Paese. Adesso siamo pronti per intervenire anche sulla parte strutturale dell’ospedale, per creare un ambiente che coniughi le esigenze di funzionalità dei medici e degli operatori sanitari con quelle di confort dei pazienti, che per noi sono il cuore della nostra attività. La nostra sfida dimostra anche che l’Italia può competere ai massimi livelli con i grandi gruppi ospedalieri internazionali, non solo per l’eccellenza delle cure, ma anche per l’edilizia sanitaria”.