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Notizie dalla Liguria

Professioni sanitarie. Firmato il decreto attuativo che istituisce i nuovi albi

Decreto attuativo della legge n. 3 del 2018

È stato firmato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin il primo decreto attuativo della legge n. 3 del 2018, meglio conosciuta come la legge che ha riformato il sistema ordinistico delle professioni sanitarie in Italia. Si tratta del decreto che istituisce gli albi delle 17 professioni sanitarie, fino ad oggi regolamentate e non ordinate, che entreranno a far parte dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Dalla privacy alla cybersecurity, le strutture cercano nuove figure

AAA cercasi ortopedici, anestesisti, geriatri e fisiatri. Ma anche figure nuove per la sanità italiana

AAA cercasi ortopedici, anestesisti, geriatri e fisiatri. Ma anche figure nuove per la sanità italiana, in grado di tutelare la privacy e i dati sanitari dei pazienti, o difendere le strutture dai cyberattacchi informatici. La sanità sta cambiando volto, anche quella privata. "Con l'espansione del settore delle cure per gli anziani, negli ospedali e nelle Rsa queste figure tradizionali sono molto richieste. Ma accanto a loro vediamo anche emergere la domanda di professionalità nuove, con competenze trasversali". Parola del direttore generale di Aiop, Filippo Leonardi, che con l'Adnkronos Salute fa il punto sulle professioni più gettonate dalle aziende e dai gruppi del settore nel nostro Paese.
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Notizie Aiop Nazionale

Criticità SSN: Regioni trasmettono documento ai Ministri Schillaci e Giorgetti
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Criticità SSN: Regioni trasmettono documento ai Ministri Schillaci e Giorgetti

Per il recupero delle attività sanitarie è opportuno adeguare i vincoli di spesa della spending review (DL 95/2012), riconoscendo la crescita del fondo sanitario nazionale indistinto avvenuta in questi anni

Martedì 7 marzo, le Regioni hanno approvato all'unanimità un documento recante le criticità del Servizio Sanitario Nazionale, il quale è stato trasmesso al Ministro della Salute, Orazio Schillaci e al Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. 

Il documento, redatto dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, evidenzia che:

  • Le diverse manovre di finanza pubblica, approvate a partire dal 2015, hanno inciso in maniera rilevante sul livello di finanziamento che si è potuto garantire in concreto al SSN, al punto che per il 2019 sono mancati all’appello più di 10 mld di euro, rispetto ai 125,34 mld programmati;
  • Con 125,34 mld di euro, il livello di finanziamento del SSN per il 2019, in termini di incidenza percentuale rispetto al PIL, anziché il 6,4% registrato ex post, avrebbe finalmente raggiunto la soglia (importante anche dal punto di vista psicologico) del 7%;
  • Con il 6,4% del PIL, nel 2019 la spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è stata pari a 1.921 euro, a fronte di 4.108 euro in Germania, di 3.355 euro in Francia e di 3.017 nel Regno Unito;
  • Se il livello di finanziamento del SSN per i prossimi anni dovesse assestarsi al 6% del PIL, prospettiva che le regioni chiedono che venga assolutamente scongiurata, occorrerà allora adoperare un linguaggio di verità con i cittadini, affinché vengano ricalibrate al ribasso le loro aspettative nei confronti del SSN. Saranno necessarie scelte dolorose, ma non più procrastinabili, al fine di evitare che le mancate scelte producano nel sistema iniquità ancora più gravi di quelle già presenti;
  • Inoltre, il vero e proprio stress test al quale i SSR sono stati sottoposti negli anni 2020, 2021 e 2022, a causa della pandemia da COVID-19, che sotto il profilo economico-finanziario ha appesantito i bilanci sanitari delle regioni per la presenza di ingenti costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza pandemica che solo in parte sono stati ristorati dallo Stato;
  • La sostenibilità economico-finanziaria dei bilanci sanitari delle Regioni è fortemente compromessa da:
    • Insufficiente livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, su cui grava, diversamente da quanto accade per le altre amministrazioni pubbliche, anche il finanziamento degli oneri per i rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato del SSN;
    • Mancato finanziamento di una quota rilevante delle spese sostenute per l’attuazione delle misure di contrasto alla pandemia da Covid-19 e per l’attuazione della campagna vaccinale di massa, per oltre 3,8 mld nell’anno 2021, a cui le Regioni hanno dovuto sopperire con risorse proprie al fine di garantire 3 l’equilibrio di bilancio;
    • Considerevole incremento dei costi energetici sostenuti delle strutture sanitarie e socio-assistenziali, pari a +1,4 mld rispetto all’anno 2021.
  • La situazione di estrema criticità sul piano della sostenibilità finanziaria per il 2022, che ha comportato, da parte di molte regioni, l’utilizzo di risorse proprie e straordinarie e pertanto irripetibili del proprio bilancio e per alcune regioni la difficoltà a chiudere in equilibrio nonostante l’impiego di tali risorse il bilancio 2022;
  • Il livello del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale 2023 non è pertanto minimamente adeguato per consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria;
  • Nell’anno 2022, oltre all’attuazione nella prima parte dell’anno della campagna vaccinale e al trascinamento dei costi Covid che le Regioni stanno ancora sostenendo - solo parzialmente finanziati dal livello nazionale - si aggiungono:
    • maggiori costi energetici che rischiano di compromettere la realizzazione degli investimenti della Missione 6 del PNRR, la cui attuazione è seriamente ostacolata dal notevole incremento dei prezzi delle materie prime e dei materiali
    • il recupero delle attività sanitarie, che oggi non riescono a essere erogate dalla sola sanità pubblica, per le quali è opportuno adeguare i vincoli di spesa della spending review (DL 95/2012), che fanno riferimento ad un volume di risorse che nell’anno 2011 era pari a circa 12 miliardi, riconoscendo la crescita del fondo sanitario nazionale indistinto avvenuta in questi anni.
  • Le regioni hanno più volte evidenziato come la chiusura in pareggio potrà avvenire da parte per alcune di esse utilizzando anche le risorse derivanti dal pay-back per dispositivi medici anni 2015-2018 ai sensi di quanto previsto dal DL n. 4/23. Pertanto, qualora la norma venga «revisionata» occorre il concorso di risorse nazionali a copertura per le Regioni che hanno usato le risorse ai fini del raggiungimento dell’equilibrio 2022.  
  •   Una possibile soluzione potrebbe essere quella di consentire alle Regioni di provvedere eventualmente ad un piano di ammortamento dei costi non coperti nel 2022 in un congruo numero di anni, attraverso il seguente meccanismo:
    • consentire che i disavanzi Covid si possano ripianare con un piano di ammortamento decennale (portati a nuovo quale perdita Covid nell’ambito del Patrimonio Netto),
    • precisare che i maggiori costi aggiuntivi sostenuti dai servizi sanitari regionali per effetto dell’attuazione delle misure di contrasto alla pandemia e dei rincari energetici, per la parte non finanziata dalle risorse stanziate a livello nazionale, siano esclusi dalla verifica dell’equilibrio economico- finanziario delle Regioni (ai sensi dell’art. 1, c. 174 della Legge 311/2004), fino a decorrenza del disavanzo presentato in sede di modello CE al IV trimestre 2022. Ciò consentirebbe alle regioni che ne dovessero usufruire di procedere nell’ambito delle azioni concordate nei Tavoli di Monitoraggio, alla predisposizione di un Piano di efficientamento e di ottimizzazione della spesa sanitaria regionale, senza compromettere la programmazione sanitaria per l’erogazione dei LEA ed il recupero delle liste di attesa per prestazioni specialistiche diagnostiche e chirurgiche enormemente dilatate in conseguenza emergenza pandemica.

Alla luce di quanto sopra riportato le Regioni hanno individuato le seguenti misure necessarie per superare criticità del personale dipendente del SSN:

  • Revisione del tetto di spesa del personale:
    • Per superare definitivamente il tetto di spesa del personale è necessario arrivare a una metodologia che definisca il fabbisogno effettivo di personale del SSN. Nelle more vanno valutati ulteriori incrementi della flessibilità, per consentire l’applicazione omogenea di alcuni istituti (possibilità di incremento dei fondi in relazione all’incremento del personale in servizio)   
  • Valorizzazione economica: 
    La perdita di appeal del servizio pubblico necessità di misure urgenti di fidelizzazione del personale, tra le quali fondamentale è la valorizzazione economica e retributiva dei professionisti. E' pertanto necessario:
    • Ripensare il procedimento di approvazione dei CCNL, spesso in ritardo rispetto alle esigenze del sistema (il 2 novembre 2022 è stato sottoscritto il contratto del comparto sanità 2019-2021, siamo ancora lontani dalla sottoscrizione del CCNL della dirigenza sanitaria e della dirigenza Funzioni Locali) perché possa fornire strumenti per fronteggiare tempestivamente le problematiche,
    • Dotare di elementi di flessibilità la determinazione della spesa per il personale, e prevedere deroghe mirate al limite di incremento dei fondi contrattuali,
    • Prevedere la possibilità di risorse aggiuntive regionali (nei termini già previsti dal patto per la salute 2019-2021),
    • Defiscalizzare le quote di salario accessorio (come già previsto in alcuni settori del lavoro privato).
  • Valorizzazione professionale:
    • Piena equiparazione degli incarichi gestionali e professionali in modo da disegnare percorsi di carriera per la dirigenza e il comparto,
    • Aggiornamento e revisione dei profili degli operatori di interesse sanitario,
    • Sviluppo delle competenze avanzate per le professioni sanitarie (a partire dall’introduzione dell’IFeC operata dal DM 77/2022 e dal nuovo CCNL 2019-2021),
    • Focus sul clima organizzativo per favorire condizioni di lavoro e promuovere azioni che valorizzino e gratifichino i professionisti, ponendoli al centro dell'interesse aziendale come "capitale umano".     
  • Interventi straordinari: 
    • Occorre procedere quanto prima all’approvazione di un pacchetto di interventi per far fronte alla carenza di personale soprattutto nelle strutture di pronto soccorso così come già formalmente proposto dalla Commissione Salute al Governo nel marzo e nel giugno 2022,
    • Raccogliere gli esiti del Tavolo di lavoro per l’accesso alle professioni sanitarie attivato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e del Tavolo di lavoro in materia di carenza di personale e di ricorso ad affidi esterni attivato dal Ministero della Salute a seguito delle istanze rappresentate con urgenza dalla Regioni e dalle Province Autonome,
    • Velocizzare e semplificare le procedure per il riconoscimento dei titoli esteri da parte del Ministero della Salute,
    • Rendere strutturale la possibilità di assumere specializzandi dal terzo anno già prorogata al 31/12/2025,
    • Velocizzazione e semplificazione delle procedure di assunzione attraverso la revisione dei regolamenti concorsuali.

Infine, le Regioni chiedono ai Ministri indirizzati l’apertura immediata di un tavolo lavoro che possa condividere entro e non oltre la fine del mese di aprile 2023 interventi urgenti e risolutivi di ordine finanziario e legislativo attraverso cui consentire alle regioni di non interrompere la programmazione sanitaria e di evitare la riduzione dei servizi sanitari e socio assistenziali.     

 

In allegato il documento trasmesso ai Ministri.

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