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Notizie dalla Liguria

Storica apertura di Confindustria alla filiera della salute

Presentato il Rapporto annuale sulla filiera della salute

La “white economy” è ormai un potente driver dell’economia italiana che contribuisce al Pil nazionale per il 10,7%, dando lavoro ad oltre 2,4 milioni di persone, pari a circa il 10% dell’occupazione complessiva. Una filiera pubblica e privata, quella della salute, che produce qualità della vita portando l’Italia ai primi posti nel mondo per numero di anni vissuti senza malattie o infortuni. Che contribuisce alla ricchezza nazionale. E che ha il vantaggio di essere anticiclica, come dimostrano gli aumenti a due cifre messi a segno in questi anni di crisi su export, fatturato e valore aggiunto. É questa la fotografia che emerge dal Rapporto di Confindustria sulla filiera della salute, presentato mercoledì mattina a Roma, e realizzato insieme alle Associazioni confederali di categoria che rappresentano la filiera stessa, tra cui Aiop, Assobiomedica, Farmindustria, Federchimica e Federterme.

Via Irpef nelle Regioni risanate e Titolo V da modificare

«Le Regioni uscite dal Piano di rientro e che hanno raggiunto il pareggio di bilancio, non hanno più nessuna ragione di mantenere una super aliquota Irpef che era stata pensata per coprire il deficit nella sanità e che pesa tantissimo sui cittadini».
Questa è la posizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta alla trasmissione radiofonica Radio anch' io su Radio Rai 1.
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Notizie Aiop Nazionale

Pronti a dare il nostro aiuto anche per i ricoveri ordinari
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Pronti a dare il nostro aiuto anche per i ricoveri ordinari

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore - sabato 7 marzo 2020

L'ospedalità privata può essere in questo momento una importante risorsa per sorreggere il Servizio sanitario nazionale con i suoi 1.300 posti letto di terapia intensiva e i quasi 40mila letti per gli altri ricoveri.

«L'emergenza coronavirus pur nella sua drammaticità sta trasformando una criticità in opportunità: quella di un Paese che finalmente riesce a superare barriere e pregiudizi. Il Ssn è unico e come tale deve agire, darsi delle regole di sistema e muoversi.
Questo si sta facendo a livello centrale e il mio auspicio è che la stessa linea si segua in tutti i livelli regionali. La Lombardia lo ha già fatto, l' Emilia Romagna e le Marche lo stanno facendo. I presidenti Aiop hanno fatto una dichiarazione pubblica di disponibilità ciascuno per la propria Regione di riferimento
». Barbara Cittadini presidente dell' Associazione italiana dell'ospedalità privata conferma così la massima disponibilità a lavorare insieme per superare l' emergenza coronavirus. In pista i privati possono mettere una dotazione importante non solo per aiutare le terapie intensive degli ospedali, che al momento sono i reparti più sotto pressione, ma anche per alleviare le altre degenze, su cui già diversi ospedali del Nord sono in forte sofferenza.

I posti letto in terapia intensiva sono 1.300, in pratica il 16,5% del totale delle disponibilità che esistono nel Servizio sanitario tra pubblico e privato. Ma ancora più importante è la disponibilità di letti per acuti: 39.079, pari al 22,2% del totale disponibile.

Una risorsa preziosa a cui le Regioni potranno attingere ora con nuovi accordi per acquistare ulteriori prestazioni come prevede la nuova bozza di decreto arrivata ieri sera in consiglio dei ministri.

In particolare solo per segnalare le disponibilità delle Regioni più esposte ai contagi -secondo gli ultimi dati Aiop - in Lombardia ci sono 334 letti in terapia intensiva e 8383 per i ricoveri per acuti, in Veneto 50 in terapia intensiva e 2203 per acuti, in Emilia Romagna 95 in terapia intensiva e 2.386 per acuti. Importante tra le altre Regioni la dotazione di posti letto dell'ospedalità privata nel Lazio: 279 nelle terapie intensive e 7.157 per le altre degenze.

«L'operazione importante che il ministero della Salute sta facendo e anche regioni come Lombardia e Lazio è di ragionare in termini di sistema: non esiste più componente di diritto pubblico e componente di diritto privato e quelle regioni che si ostineranno a fare così avranno un Servizio sanitario regionale che non è un sistema», avverte la presidente dell' Aiop. Che segnala anche come anche sul «personale, abbiamo standard che rispettiamo puntualmente e sulla base dei quali siamo accreditati e verificati annualmente dalle Regioni».
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