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Senato. Presentata interrogazione in materia di lavoratori della sanità privata aderenti al contratto collettivo nazionale Aris RSA e Aiop RSA
Lunedì 30 settembre u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01474, a firma Magni (Misto), indirizzata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali e della Salute, in materia di lavoratori della sanità privata aderenti al contratto collettivo nazionale Aris RSA e Aiop RSA.
Lunedì 30 settembre u.s., presso l'Aula del Senato, è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n.4-01474, a firma Magni (Misto), indirizzata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali e della Salute, in materia di lavoratori della sanità privata aderenti al contratto collettivo nazionale Aris RSA e Aiop RSA.
Premesso che:
circa 200.000 lavoratori della sanità privata aderenti al contratto collettivo nazionale Aris RSA e Aiop RSA attendono il rinnovo del contratto: Aris RSA, cui fanno riferimento poco meno di 20.000 operatori, scaduto nel 2014, e Aiop sanità, contratto di riferimento per più di 180.000 lavoratori, scaduto nel 2020; la rivendicazione riguarda oltre 200.000 lavoratori della sanità privata che operano nelle diverse famiglie professionali: infermieri, operatori sociosanitari, educatori, terapisti della riabilitazione, oltre a coloro che si occupano dei servizi tecnici e amministrativi che concorrono al pieno funzionamento delle strutture; a gennaio 2024 era stato siglato un accordo ponte per unificare i due contratti, Aris e Aiop, e adeguare entro fine giugno gli stipendi degli operatori di settore, accordo che non ha avuto esito; in data 23 settembre le lavoratrici e i lavoratori delle strutture sanitarie e sociosanitarie private hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale; in tutto il Paese hanno avuto luogo iniziative di mobilitazione che hanno dato vita a presidi molto partecipati e manifestazioni che, a detta delle organizzazioni sindacali più rappresentative del comparto, hanno registrato un'adesione senza precedenti; considerato che: l'aumento del costo della vita ha reso del tutto inadeguate le attuali retribuzioni; il confronto tra il salario di un infermiere che opera nel settore privato e il salario di chi opera nel settore pubblico rende evidente un'inaccettabile disparità di trattamento: a parità di lavoro le differenze retributive variano da 130 ad oltre 500 euro mensili a seconda dei profili e delle mansioni considerate; tale raffronto è riproponibile anche per le altre famiglie professionali presenti nei contratti di riferimento e riguarda anche altri istituti come il trattamento della malattia che in molte strutture private è riconosciuto solo in modo parziale; il ritardo nel rinnovo contrattuale alimenta ulteriormente la disparità salariale tra i dipendenti del settore sociosanitario pubblico e quelli che invece operano nel privato; le disparità salariali e normative tra lavoratrici e lavoratori che hanno le medesime mansioni appare particolarmente inaccettabile considerato che in molte Regioni, da anni, è stata nei fatti parificata l'offerta dei servizi sanitari, equiparando pubblico e privato, favorendo di conseguenza una crescita smisurata del secondo e garantendo enormi margini di guadagno agli imprenditori del settore, utili di bilancio che si basano anche sulle differenze salariali a fronte di prestazioni rimborsate al privato nella medesima misura prevista per il pubblico in questo senso appare del tutto incongrua la pretesa delle imprese che operano nella sanità privata, le cui associazioni di categoria si oppongono agli adeguamenti contrattuali chiedendo di vincolarli alla concessione da parte del Governo di un aumento delle risorse pubbliche nel settore.
L'interrogante chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano convocare al più presto un tavolo istituzionale di confronto tra le parti e quali ulteriori iniziative intendano intraprendere al fine di assicurare al più presto il rinnovo dei contratti, corrispondendo alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici e dei loro sindacati.