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Domenico Mantoan (Agenas): Come ha risposto il Servizio Sanitario nazionale all’emergenza epidemiologica?
Il Programma Nazionale Esiti, edizione 2021 (su dati di attività 2020), che ha fornito uno spaccato della situazione e delle dinamiche che il Covid-19 ha determinato
di Domenico Mantoan, Direttore generale Agenas
(testo tratto dall’introduzione al Rapporto sulla qualità degli Outcome clinici negli Ospedali Italiani)
L’anno 2020 è ormai noto a tutti come l’anno della pandemia da Covid-19, che ha fortemente impattato sulla vita di tutti e di conseguenza anche sui sistemi sanitari nazionali. Ma quanto è stato forte tale impatto, e soprattutto come ha risposto il nostro Servizio Sanitario Nazionale all’emergenza epidemiologica? Una prima risposta è arrivata dal Programma Nazionale Esiti – edizione 2021 (su dati di attività 2020) che ha fornito uno spaccato della situazione e delle dinamiche che il Covid-19 ha determinato rispetto all’organizzazione dei servizi, attraverso un confronto ampio e particolareggiato dei dati di attività relativi all’anno 2020 con quelli della fase pre-pandemica, e ha stimato in quale misura e rispetto a quali ambiti i sistemi sanitari regionali abbiano tenuto di fronte all’urto pandemico, continuando a garantire alla popolazione l’erogazione dei servizi essenziali, e quanto sia stato invece differito. Si è mostrato come ad esempio gli interventi non-urgenti abbiano evidenziato un calo molto accentuato: si pensi agli interventi di protesi d’anca, per la maggior parte effettuati in elezione, che si sono ridotti del 18% rispetto all’atteso.
Ma il dato che in questo particolare ambito nosologico si è reso palesemente evidente è come tale riduzione dei volumi si sia riscontrata principalmente nelle strutture di diritto pubblico (impegnate sul campo ad affrontare le emergenze legate al Covid) rispetto alle strutture private. Tale aspetto evidenzia un esempio di sinergia virtuosa tra pubblico e privato che, nell’ottica di tutela della salute pubblica, hanno collaborato in maniera congiunta per rispondere alle domande di salute della popolazione. Tali aspetti hanno necessità di essere approfonditi, e in tal senso è stato pensato questo rapporto, realizzato nell’ambito dell’Accordo di collaborazione stipulato tra Agenas e Aiop, proprio al fine di mettere in evidenza l’apporto che la componente pubblica e quella privata hanno fornito di fronte all’emergenza pandemica.
L’approccio capillare e sistematico del PNE nel valutare comparativamente l’efficacia, l’appropriatezza, l’equità e la sicurezza delle cure ha permesso di mostrare la grande resilienza del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nonostante le oggettive difficoltà che pure insistono sull’organizzazione sanitaria e che la pandemia ha esacerbato, e ha evidenziato i principali elementi da considerare nel rilancio della sanità del futuro, a partire da alcune criticità quali la frammentarietà della casistica ospedaliera, l’inappropriatezza clinica, la bassa tempestività e la disomogeneità nell’accesso ai trattamenti, per aree territoriali e con riferimento ai gruppi più vulnerabili della popolazione.
Per il futuro, l’intento di Agenas è quello di proseguire con le attività di monitoraggio e valutazione, anche nella prospettiva di sostenere la riorganizzazione del SSN dopo la pandemia, in una chiave di maggiore efficienza ed efficacia, facendo emergere e mettendo a sistema le esperienze virtuose, per contribuire alla diffusione delle buone prassi esistenti e orientare il cambiamento. Non bisogna, infine, dimenticare l’opportunità offerta dal PNRR, che richiede uno sforzo programmatorio di ampio respiro, in cui le Regioni, ma anche le strutture sanitarie private, saranno chiamate a svolgere un ruolo concreto, soprattutto attento ai bisogni reali delle persone.
Per impiegare in maniera ottimale le risorse stanziate in attuazione del PNRR, servirà una riorganizzazione dell’offerta sanitaria in grado di realizzare un sistema che dia risposte puntuali ai bisogni di prevenzione e assistenza della popolazione, e che si prenda cura dei malati nella fase acuta, nella cronicità e nella residenzialità sociosanitaria. Tale strada potrà essere percorsa anche attraverso una concreta e auspicabile collaborazione pubblico/privato, a tutela della salute collettiva.