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Patto per la Salute 2019-2021
Un’analisi dettagliata
Niccolò de Arcayne, Ufficio Relazioni istituzionali ed internazionali
Il 18 dicembre 2019, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha accordato il proprio parere, favorevole ed unanime, al testo finale del Patto per la Salute 2019-2021. L’accordo che, come tutti ben sappiamo, si è fatto attendere per oltre 18 mesi, è stato raggiunto sulla base di un compromesso riguardante il tema dell’età pensionabile dei medici (che ad oggi possono pertanto rimanere operativi ed in servizio fino a 70 anni), il tema dei contratti degli specializzandi (che potranno essere assunti a tempo determinato dal terzo anno di specializzazione, come recentemente rimarcato anche nei contenuti del D.L. Milleproroghe) e sull’impegno del Governo a riesaminare le procedure di nomina dei Commissari ad acta delle Regioni entro 180 giorni.
Tra i provvedimenti contenuti nella versione finale del Patto per la Salute 2019-2021, troviamo il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale di 3,5 miliardi di Euro per il biennio 2020-2021, i piani di potenziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza e i commissariamenti della sanità regionale, intesi come ultima soluzione utile. Inoltre, nel documento viene disposto l’aumento del tetto di spesa per il personale sanitario, la riforma della formazione sia specialistica che in medicina generale ed il nuovo programma nazionale per la mobilità sanitaria.
Di seguito si sintetizzano le singole misure contenute nell’accordo e ritenute maggiormente significative per il comparto della sanità privata:
Fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e fabbisogni regionali
Vengono fissate le risorse per il triennio 2019-2021: 114.474.000.000 euro per l'anno 2019, 116.474.000.000 euro per l'anno 2020 e in 117.974.000.000 euro per l'anno 2021.
Garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza
Governo e Regioni convengono che il Commissariamento debba costituire un rimedio ultimo dettato da circostanze eccezionali. Il Patto prevede, quindi, che vengano elaborate apposite linee guida adottate di concerto dai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze da sottoporre all’intesa della Conferenza Stato-Regioni. Tali linee guida dovranno fornire indicazioni operative per la valutazione dei parametri ai fini della cessazione dell’esercizio dei poteri commissariali basati su criteri relativi all’equilibrio di bilancio, l’adempimento del mandato commissariale e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza al di sopra della soglia di sufficienza. Le stesse linee guida dovranno dettare i requisiti per uscire dal Piano di rientro. Sempre alla Scheda 2 si dispone che dall’anno 2020, per il monitoraggio dell’erogazione dei livelli di assistenza a livello regionale e sub-regionale, il Comitato Lea effettuerà̀ una valutazione annuale basata sul “Nuovo sistema di garanzia”, inerente alla qualità, appropriatezza ed efficienza dei servizi sanitari regionali dando evidenza delle criticità eventualmente presenti con riferimento all’erogazione dei Lea. Qualora si registri una valutazione insufficiente, la Regione è tenuta alla elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale.
Risorse umane
Nel triennio 2020-2022 è previsto che la percentuale di incremento della spesa di personale, fissata in misura pari al 5 per cento, salga al 10 per cento. Previsto poi, per il periodo di vigenza del Patto, la possibilità di graduale aumento, sino al 15 per cento, della percentuale di incremento della spesa qualora emergano oggettivi ulteriori fabbisogni di personale rispetto alle facoltà assunzionali, valutati congiuntamente dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti e dal Comitato LEA, fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del Servizio Sanitario Regionale
La medesima scheda prevede, inoltre, la formazione-lavoro per gli specializzandi, lo sblocco delle graduatorie per gli idonei, la revisione del corso di formazione in medicina generale, la valorizzazione delle professioni sanitarie e la proposta (su cui pende anche qui il parere negativo del Mef) di consentire alle Regioni con i conti in ordine di mettere ulteriori risorse per la remunerazione del personale.
Mobilità sanitaria
Si prevede l’elaborazione di un programma che metta ordine tra i vari accordi regionali ed una valutazione congiunta tra Stato e Regioni dei piani di sviluppo sulle strutture pubbliche e private accreditate al fine di potenziare i servizi.
Edilizia sanitaria
Si prevede di velocizzare l’iter di ammissione a finanziamento al fondo da 32 miliardi per l’edilizia sanitaria. In tal senso il Ministero della salute effettuerà una ricognizione straordinaria dello stato di attuazione degli interventi approvati e all’esito, elaborerà una proposta di semplificazione dell’iter amministrativo e normativo.
Si conviene di valutare, in relazione a particolari esigenze straordinarie e/o alla situazione di emergenza di alcune aree geografiche soggette a calamità naturali, il superamento della legislazione ordinaria, per consentire interventi urgenti di edilizia sanitaria.
Riforma delle cure primarie
Dovranno essere individuate “le modalità e gli strumenti” per favorire l’effettiva continuità assistenziale e la presa in carico unitaria della persona nelle diverse fasi della vita e in relazione alle diverse tipologie di bisogno;
- il completamento del processo di riordino della medicina generale e della pediatria di libera scelta, favorendo l’integrazione con tutte le figure professionali, compresa l’assistenza infermieristica di famiglia e di comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone;
- specifiche politiche attive di promozione e tutela della salute con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza, alle persone con disturbo mentale, al sostegno dell’autonomia delle persone con disabilità e non autosufficienza”.
Fondi integrativi
La scheda di riferimento dispone la creazione di un Gruppo di lavoro per la revisione della normativa.
Modelli previsionali
L’obiettivo è quello di realizzare strumenti informativi e modelli previsionali, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie ICT, e l’infrastruttura tecnologica di analisi dei dati del Sistema Tessera Sanitaria.
Ricerca
Si dettano le priorità per la Ricerca tra cui la promozione di una governance condivisa della ricerca rafforzando il ruolo congiunto del coordinamento interregionale e del Ministero della salute con l’obiettivo di armonizzare le reti assistenziali e le reti scientifiche. La definizione delle priorità della Ricerca sanitaria per snellire le procedure per una più rapida attribuzione delle risorse, con particolare riferimento ai fondi della ricerca finalizzata. Previsto anche di valutare congiuntamente la vigente normativa sugli IRCCS, al fine di delineare azioni di “manutenzione” del sistema, che tenga conto dell’evoluzione scientifica e tecnologica intervenuta nell’ultimo decennio.
Revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni
Revisione dei ticket che preveda la graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente”, al fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari.
Strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari
Si punta a favorire lo sviluppo di progettualità su base regionale e/o aziendale (attraverso la definizione di linee guida e nell’ambito delle risorse a legislazione vigente) che abbiano come obiettivo quello di migliorare la comunicazione e la trasparenza sull'efficienza dei percorsi clinici e amministrativi e il coinvolgimento dei cittadini. Si conviene inoltre sulla necessità di favorire il rafforzamento del cittadino verso un corretto, appropriato e responsabile utilizzo dei servizi sanitari, anche attraverso l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Revisione del DM 70/2015
Si conviene sulla necessità di revisione del Decreto sugli standard ospedalieri, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse Regioni, nonché integrandolo con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole.
Regioni a Statuto Speciale e Province Autonome
Sono fatte salve le competenze delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, che provvedono alle finalità della presente Intesa, ai sensi dei rispettivi Statuti di autonomia e le relative norme di attuazione.
Impegni reciproci
Governo e Regioni si impegnano a dare il via ad un tavolo di confronto finalizzato all’individuazione di altri ambiti di convergenza sugli argomenti ancora aperti.