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Rilanciare l’alleanza pubblico-privato per sostenere il Ssn
Tavola rotonda del 20 novembre 2018
Lo scorso 20 novembre a Roma, si è tenuto il 7° Healthcare Summit organizzato con Sanità24 del Sole24ore. Un importante incontro per i rappresentanti del settore sanitario e farmaceutico e delle Istituzioni. Tra i temi del dibattito: il futuro del SSN tra sostenibilità ed innovazione, nuove tecnologie, ricerca e sviluppo e biotecnologie.
Alla tavola rotonda su "Universalismo, innovazione e sostenibilità: la sfida del SSN. Manovra 2019" hanno partecipato: Vito Bisceglie, Of Counsel DLA Piper; Massimiliano Boggetti, Presidente Assobiomedica; Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione Gimbe; Barbara Cittadini, Presidente Associazione italiana ospedalità privata Aiop; Valentino Confalone, General Manager Gilead Italia; Stefano Collatina, Vice Presidente Assogenerici; Gabriele Pelissero, Presidente Cluster Lombardo Scienze della Vita; Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria e Pierpaolo Sileri, Presidente Commissione permanente Igiene e Sanità Senato della Repubblica.
Di seguito, vi riportiamo l'approfondimento sui temi della tavola rotonda, pubblicato dal Sole24oreSanità e a cura del Presidente nazionale Aiop.
"L' Italia ha un fattore di civiltà al quale non possiamo rinunciare: un sistema sanitario universalistico e solidaristico. Non si può, però, non guardare alla realtà dei fatti. L' esiguità dei fondi e le scelte che non consentono innovazione e sviluppo del Ssn delineano un orizzonte preoccupante. Una prospettiva di questo genere non può lasciare indifferenti. Occorre, quindi, tenere conto dell'assoluta necessità di tornare ad investire nella sanità. Si tratta di una esigenza, ormai, divenuta improcrastinabile, ineludibile e imprescindibile. Con una spesa sanitaria alla soglia del 6,6% sul Pil è a rischio la possibilità di garantire prestazioni coerenti con il progresso scientifico e con le esigenze della popolazione. Il Governo deve rendersi conto dell'importanza cruciale, per l' assetto sociale dell'Italia, di un Ssn che dia risposte adeguate a quelle di un Paese moderno e civile. Non solo necessitano maggiori risorse, ma è, altresì, indispensabile, che maturi piena consapevolezza che occorre rivedere le regole di ripartizione delle risorse, premiando, anche chi eroga servizi e prestazioni con maggiore efficacia ed efficienza e a minor costo. Serve una forte visione riformatrice. Senza questa visione, senza la volontà di tutti di intervenire sull'intera architettura del Ssn, temiamo, fortemente, che possa esserci solo un ulteriore definanziamento della sanità in Italia, con una conseguente erosione del sistema di welfare sanitario, l' aumento delle disparità territoriali, la riduzione delle condizioni di equità e un venir meno, di fatto, dell'universalità del sistema sanitario. Per questo insistiamo che, con il mantenimento degli attuali livelli di spesa, o, peggio, con una loro ulteriore diminuzione, il Governo deve essere consapevole delle conseguenze dal punto di vista sanitario e, quindi, sociale. Le opzioni, in un panorama di questo tipo devono essere oggetto di confronto con gli operatori di sistema. Diverse potrebbero essere le possibili soluzioni. Ne indichiamo due a titolo esemplificativo. La prima: il mantenimento dell'attuale sistema (modello Beveridge) che è alla base del nostro Ssn, ma con un ampliamento dei livelli di compartecipazione alla spesa (aumento dei ticket). La seconda: un sistema misto (Beveridge-Bismarck), che comporti una rimodulazione, in senso riduttivo, dei Lea. Entrambe le strade - lo sottolineiamo con forza, ancora una volta - avrebbero effetti sociali tutti da valutare attentamente. Chi ha la responsabilità della programmazione sanitaria deve operare delle scelte. La presenza in Italia di una grande rete di aziende ospedaliere di diritto privato è un' opportunità rilevante per il Ssn, un prezioso strumento per erogare prestazioni di qualità, una riserva di operatività e di flessibilità a servizio degli Italiani. Le imprese ospedaliere di diritto privato accreditate, che si avvalgono della professionalità di 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e di oltre 32mila operatori socio-sanitari, impegnando meno del 7% delle risorse che il Ssn assegna all' attività ospedaliera e con indicatori di performance sovrapponibili a quelli delle strutture pubbliche, sono disponibili a dare il proprio contributo per migliorare i livelli di efficienza ed efficacia del Ssn. Siamo la componente di diritto privato di un Ssn, nel quale garantiamo agli italiani il 24% dei ricoveri ordinari per acuti e il 75% circa dei ricoveri per riabilitazione. Ma, anche tenendo conto di tutto questo, senza l' adozione di politiche sanitarie adeguate la rete Aiop da sola non è in grado di garantire l' universalità delle prestazioni. Per comprendere che la situazione necessità di interventi non derogabili basta leggere l' indagine di giorni fa dell'Istat, che registra come circa 2 milioni di italiani rinunciano a visite o accertamenti specialistici, per problemi di liste di attesa, e oltre 4 milioni vi rinunciano per motivi economici. Sono numeri che non lasciano spazio a dubbi. Di fronte a un Paese che registra queste criticità, ci sono alcune parole d' ordine: investimenti, governance della spesa, innovazione e condivisione dei rischi. Aiop è pronta a fare la sua parte".