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Notizie dalla Liguria

Intesa Stato-Regioni. Interviene il Presidente Barbara Cittadini, che esprime soddisfazione sul risultato, ma ritiene necessario un intervento più strutturale

Dichiarazioni del 2 agosto 2018

“Esprimiamo soddisfazione per l’intesa che la Conferenza delle Regioni ha raggiunto in merito alla ripartizione del Fondo sanitario 2018. - precisa il Presidente nazionale, Barbara Cittadini - In rappresentanza delle oltre 500 strutture sanitarie e socio-sanitarie associate ad AIOP, ritengo che i 110,1 miliardi messi a disposizione dal Fondo, come quota indistinta, siano un traguardo, ma allo stesso tempo insufficienti per garantire, come ribadito più volte anche dallo stesso Ministro alla Salute, Giulia Grillo, una risposta a tutti i bisogni di salute dei cittadini italiani.

Incontro con il Presidente di Confindustria

Il 19 luglio il Presidente nazionale dell’AIOP, Barbara Cittadini, ha incontrato il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, per un confronto su temi di interesse comune e per una condivisione rispetto a percorsi associativi sinergici. All’incontro erano presenti il professor Gabriele Pelissero e il Direttore Generale di Confindustria, Marcella Panucci.
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Notizie Aiop Nazionale

La solidarietà tra committente ed appaltatore non include tutti i crediti del lavoratore
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La solidarietà tra committente ed appaltatore non include tutti i crediti del lavoratore

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro civile, Ordinanza 17 dicembre 2019, n. 33407

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

Con l’ordinanza in commento la Corte di Cassazione è tornata ad occuparsi della vexata questio della solidarietà tra committente ed appaltatore, escludendo la possibilità per il lavoratore occupato in un appalto di rivendicare presso l’appaltante crediti diversi da quelli pedissequamente indicati dalla legge. Ed invero, ai sensi dell’art. 29 del Decreto Legislativo n. 276 del 2003 e successive modificazioni, il lavoratore impiegato in un appalto di opere o di servizi, ove vanti crediti di natura retributiva, previdenziale od assicurativa maturati nel periodo di esecuzione del contratto di appalto, può indistintamente richiederne il pagamento al committente o all’appaltatore.
Tale regime, ulteriormente gravato per il committente dall’abolizione del beneficio di preventiva escussione, ha reso evidentemente più semplice per il lavoratore ottenere il pagamento delle retribuzioni non corrisposte, ma, al contempo, ha penalizzato le imprese, deresponsabilizzando il debitore principale inadempiente ed esponendo le aziende committenti, usualmente più solide e capienti, al rischio di dover rispondere per morosità altrui, senza poter pretendere che venissero previamente esperiti tutti i tentativi presso il debitore principale.
Tuttavia, nel caso di specie, la Suprema Corte, sulla scorta della propria giurisprudenza, ha avuto modo di chiarire che l’articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 276/2003 va interpretato in maniera rigorosa e, quindi, limitandone l’applicabilità ai soli emolumenti che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere ai propri dipendenti, escludendo, ad esempio, che il regime possa applicarsi al risarcimento del danno da licenziamento illegittimo.
In particolare, la Cassazione ha ritenuto che “con riferimento al solo credito maturato dal lavoratore in forza dell’attività svolta per l’esecuzione dell’opera o la prestazione del servizio oggetto dell’appalto, e non anche con riferimento ad ulteriori crediti, pure relativi allo stesso rapporto di lavoro … tale interpretazione trova riscontro nella giurisprudenza di questa Corte (si v., ex multiis, Cass., n. 28517 del 2019, n. 10354 del 2016) che in relazione al Decreto Legislativo n. 26 del 2003, articolo 29, comma 2, che detta il regime della responsabilità solidale del committente con l’appaltatore di servizi opera, ha affermato che tale disposizione deve essere interpretata in maniera rigorosa, nel senso della natura strettamente retributiva degli emolumenti che il datore di lavoro risulti tenuto a corrispondere ai propri dipendenti ed ha pertanto escluso (civ., Cass., n. 27678 del 2018) l’applicabilità del predetto regime alle somme liquidate a titolo di risarcimento del danno da licenziamento illegittimo”.

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