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Caro-energia: pubblicato in GU il decreto di riparto di 1,6 miliardi di euro
Il riparto viene effettuato sulla base delle quote di accesso al FSN 2022
Marilena Rombolà, Ufficio giuridico della Sede nazionale
Nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 62 del 14 marzo 2023, è stato pubblicato il decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, del 10 gennaio 2023, con il quale, in applicazione dell’art. 5, comma 4, del decreto legge 23 settembre 2022, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, si provvede alla ripartizione tra le regioni e le province autonome dell’importo complessivo di 1.600 milioni di euro.
Tale ultimo importo, come precisato all’art. 1, comma 1, tiene conto delle somme stanziate, rispettivamente:
- dall’art. 40, comma 1, del decreto legge n. 50/2022 (c.d. decreto aiuti), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 91/2022, pari a 200 milioni di euro, quale contributo per far fronte ai maggiori costi sostenuti dagli enti del Servizio Sanitario Nazionale a causa dell’aumento dei prezzi delle fonti energetiche;
- dall’art. 5, comma 3 del decreto legge n. 144/2022 (c.d. decreto aiuti-ter), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 175/2022, che ha incrementato il livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per l’anno 2022 di 1.400 milioni di euro (di cui 1.000 milioni assegnati con la legge 5 agosto 2022, n. 111), quale contributo per fronteggiare i maggiori costi legati all’aumento dei prezzi delle fonti energetiche ed al perdurare degli effetti della pandemia.
La ripartizione, come riportata nella Tabella A, che costituisce parte integrante del decreto, viene effettuata sulla base delle quote di accesso al fabbisogno sanitario indistinto corrente, rilevate per l’anno 2022.
Si rammenta, inoltre, che ai sensi dell’art. 5, comma 5, del D.L. n. 144/2022, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, sempre al fine di compartecipare ai maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche e dal perdurare degli effetti della pandemia, potranno riconoscere alle strutture sanitarie private accreditate, un contributo una tantum, a valere sulle risorse ripartite con il decreto in oggetto, non superiore allo 0,8% del tetto di spesa assegnato per l’anno 2022.
Contributo, questo, che verrà erogato a fronte di apposita rendicontazione, da parte della struttura sanitaria interessata, nella quale venga dato conto dell’incremento del costo complessivo sostenuto nel medesimo anno per le utenze di energia elettrica e gas, ferma restando la garanzia dell’equilibrio economico del SSR.