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Notizie dalla Liguria

Storica apertura di Confindustria alla filiera della salute

Presentato il Rapporto annuale sulla filiera della salute

La “white economy” è ormai un potente driver dell’economia italiana che contribuisce al Pil nazionale per il 10,7%, dando lavoro ad oltre 2,4 milioni di persone, pari a circa il 10% dell’occupazione complessiva. Una filiera pubblica e privata, quella della salute, che produce qualità della vita portando l’Italia ai primi posti nel mondo per numero di anni vissuti senza malattie o infortuni. Che contribuisce alla ricchezza nazionale. E che ha il vantaggio di essere anticiclica, come dimostrano gli aumenti a due cifre messi a segno in questi anni di crisi su export, fatturato e valore aggiunto. É questa la fotografia che emerge dal Rapporto di Confindustria sulla filiera della salute, presentato mercoledì mattina a Roma, e realizzato insieme alle Associazioni confederali di categoria che rappresentano la filiera stessa, tra cui Aiop, Assobiomedica, Farmindustria, Federchimica e Federterme.

Via Irpef nelle Regioni risanate e Titolo V da modificare

«Le Regioni uscite dal Piano di rientro e che hanno raggiunto il pareggio di bilancio, non hanno più nessuna ragione di mantenere una super aliquota Irpef che era stata pensata per coprire il deficit nella sanità e che pesa tantissimo sui cittadini».
Questa è la posizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta alla trasmissione radiofonica Radio anch' io su Radio Rai 1.
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Notizie Aiop Nazionale

L’azione dell’UE in sanità: un valore aggiunto a parere del Parlamento europeo
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L’azione dell’UE in sanità: un valore aggiunto a parere del Parlamento europeo

Studio pubblicato a marzo 2019

Alberta Sciachì, Responsabile Ufficio Rapporti internazionali

Il servizio di ricerca del Parlamento europeo (ERPS) ha pubblicato a marzo 2019 uno studio dal titolo significativo: “The benefit of EU action in health policy”. La ricerca, richiesta dai Coordinatori del Comitato parlamentare sulla salute pubblica (ENVI), presenta una panoramica del valore aggiunto offerto alla politica sanitaria dall’azione dell’UE, in concomitanza, a nostro avviso non casuale, con le prossime elezioni degli europarlamentari.
Gli ambiti analizzati riguardano il programma europeo per la sanità, l’assistenza transfrontaliera, i regolamenti attinenti ai prodotti farmaceutici, i presidi medici, la prevenzione. Ogni settore è accompagnato da sintetici riferimenti alla cornice legale ed agli strumenti politici di cui l’Unione dispone nel campo della politica sanitaria, in cui l’assetto e l’organizzazione dei sistemi nazionali restano di competenza degli Stati membri. L’analisi tende a provare, con i fatti, che, nonostante tali limiti posti dai Trattati all’azione europea in sanità, l’UE utilizza le proprie responsabilità e capacità per operare efficacemente a favore di cittadini
Al fine di dimostrare l’apporto positivo delle azioni comunitarie in campo sanitario sono stati adottati e applicati ai diversi ambiti d’indagine otto criteri di valutazione: le economie di scala, la libera circolazione delle persone, la minacce transfrontaliere alla salute, la promozione delle migliori prassi, il benchmarking per i decisori politici, il potenziale dell’innovazione, l’implementazione della normativa europea.
Più specificamente, lo studio individua i benefici ottenuti a sostegno dei Paesi europei grazie ad azioni congiunte, finanziamenti e semplificazione delle procedure. Tali vantaggi si registrano oggettivamente nella farmaceutica, nell’armonizzazione dei diritti dei pazienti in tutti gli Stati membri, nell’accesso alle prestazioni transfrontaliere, nei portali e nelle piattaforme delle best practice, nei data base e nella diffusione di standard, nell’innovazione.
L’implementazione della legislazione sanitaria dell’UE è volta ad assicurare un processo decisionale evidence-based e una costante cooperazione per la ricerca di un consenso tra le autorità nazionali, le istituzioni comunitarie e tutti i soggetti interessati, contribuendo in tal modo ad assicurare la tutela della salute pubblica, la libera circolazione dei cittadini, il buon funzionamento del mercato interno.
In particolare, il terzo Programma UE per la sanità, che tende a promuovere significative economie di scala, offre un valore aggiunto nella risposta efficace alle sfide comuni a tutti i Paesi europei: ineguaglianze sanitarie, immigrazione, invecchiamento della popolazione, sicurezza del paziente, qualità dell’assistenza sanitaria. Altri settori in cui si possono concretamente verificare i vantaggi di un’azione congiunta a livello europeo sono la maggiore coesione tra le regioni di confine, la cooperazione nella campo dell’e-health, la creazione della rete di centri di alta specialità (ERN) per le malattie rare.
L’indagine conclude, dunque, che la politica sanitaria europea, nonostante i limiti imposti dai Trattati, si articola in iniziative e programmi di oggettivo rilievo, offrendo benefici importanti sia per i singoli cittadini sia per gli Stati membri. 

In allegato il testo completo della ricerca: The benefit of EU action in health policy

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