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Notizie dalla Liguria

Io candidata alla presidenza della Regione Siciliana? No grazie, scelgo la sanità

Intervista al Vice Presidente Aiop, Barbara Cittadini

Barbara Cittadini ha deciso di resistere al fascino della politica e ha rifiutato, seppur dicendosi lusingata, la proposta di candidarsi a Presidente della Regione siciliana alla prossima tornata elettorale di novembre. Ha preferito restare al servizio dell’assistenza e delle cure ai siciliani, per dare un contributo concreto al miglioramento del sistema Salute.

Lo stigma contro la sanità privata accreditata: un caso tutto italiano

Da Sanità24, portale de IlSole24ore

In tutta Europa i grandi sistemi di welfare sanitario da decenni hanno sviluppato modelli pluralistici nella produzione ed erogazione delle prestazioni. Anche i più rigidi sistemi di tipo Beveridge utilizzano al proprio interno sempre più frequentemente gestori di attività ambulatoriali e ospedaliere di diritto privato, mentre paesi con sistemi di tipo Bismarck, come Germania e Olanda, hanno scelto da tempo di assicurare ai propri cittadini l' universalità e l' accessibilità delle cure utilizzando esclusivamente assicuratori privati (Olanda) o avviando un imponente piano di privatizzazione della gestione della rete ospedaliera (Germania).

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Notizie Aiop Nazionale

Licenziamento disciplinare. Istruzioni per l’uso
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Licenziamento disciplinare. Istruzioni per l’uso

Tribunale di Cassino, Sez. Lav. decreto n. 3296 del 16 maggio 2020

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

Il provvedimento in commento muove dal ricorso di un dipendente di una Casa di Cura che instava per l’illegittimità del licenziamento per giusta causa irrogato da parte datoriale sulla scorta di molteplici condotte disciplinarmente rilevanti.
In particolare, il lavoratore impugnava il recesso datoriale poiché, a suo dire, affetto da nullità per motivo illecito determinante, da illegittimità per insussistenza del fatto contestato e per violazione dei requisiti di specificità e tempestività della contestazione, ricorrendo alla Sezione Lavoro del Tribunale di Cassino per ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro e, in via subordinata, la condanna della Casa di Cura al pagamento di una indennità risarcitoria pari a 24 mensilità della retribuzione globale di fatto.
La Struttura convenuta si costituiva in giudizio rappresentando al Giudice la piena legittimità della risoluzione del rapporto ed evidenziando come la condotta del dipendente fosse risultata idonea a rescindere alla radice il vincolo fiduciario e tale da impedire la prosecuzione del rapporto, neppure in via temporanea.
Il Tribunale di Cassino, investito della controversia, è ritornato sulla nota distinzione tra “fatto materiale” e “fatto giuridico”, evidenziando all’uopo che “per “fatto contestato”, deve intendersi non il solo “fatto materiale”, ma il più ampio “fatto giuridico” inclusivo non solamente di una mera condotta materiale (azione/omissione, nesso di causalità, evento), ma anche di una condotta imputabile e colposa, dovendosi altresì considerare il disposto normativo di cui all’art. 2106 cod. civ. (per l’“applicazione delle sanzioni disciplinari, secondo la gravità dell’infrazione”), posto che il criterio di proporzionalità costituisce elemento essenziale ed insostituibile dell’esercizio del potere disciplinare, dovendosi quindi trattare comunque di un inadempimento disciplinarmente rilevante e astrattamente punibile con il licenziamento”.
Sulla scorta del predetto principio, nel provvedimento è stata effettuata un’analitica ricostruzione dei fatti oggetto di contestazione, così come allegati dalle parti e provati a mezzo dell’escussione testimoniale, che ha condotto il Giudice a ritenere sussistente la giusta causa e, per l’effetto, a confermare il licenziamento irrogato.
Inoltre, il Tribunale, nel definire la controversia, ha avuto modo di affrontare ulteriori due tematiche di profondo interesse, ovvero la tempestività della contestazione e il diritto di accesso del dipendente ai documenti di cui al fascicolo disciplinare.
Con riferimento al noto requisito della tempestività della contestazione, parte ricorrente deduceva come nella contestazione disciplinare del giugno 2018 fossero riportati eventi anche risalenti al gennaio 2016, considerando l’inerzia di parte datoriale alla stregua di un comportamento concludente e, pertanto, quale indice dell’assenza di interesse dell’azienda di perseguire le condotte illecite.
Il Giudice, ritenendo tale eccezione priva di pregio, evidenziava come la Casa di Cura avesse provato in giudizio di essere venuta tardivamente a conoscenza dei gravissimi illeciti contrattuali perpetrati dal lavoratore e di come, una volta avutone notizia, si fosse immediatamente attivata al fine di sanzionare disciplinarmente la condotta infedele.
Quanto poi alla pretesa violazione del contradditorio, il lavoratore lamentava di non aver avuto accesso alla documentazione attestante una segnalazione su cui si basava l’addebito. In argomento, corre ricordare che l’art 7 dello Statuto dei lavoratori non prevede nell’ambito del procedimento disciplinare l’obbligo di mettere a disposizione del lavoratore la documentazione aziendale relativa ai fatti contestati, potendo quest’ultimo ottenere in giudizio un ordine di esibizione solo “se la documentazione richiesta e non resa ostensibile, sia necessaria al fine di consentire al lavoratore di apprestare una adeguata difesa”.
Orbene, nel caso all’attenzione del Giudice, è stato correttamente evidenziato come la consegna delle segnalazioni giunte alla Casa di Cura “nulla avrebbe aggiunto alla specificità ed esaustività delle condotte contestate, posto che la lettera di contestazione le ha pedissequamente e rigorosamente riportate, ed il ricorrente è stato pertanto messo in condizione di difendersi in modo completo ed adeguato, di talché alcuna violazione si ravvisa”.
In altre parole, il Tribunale di Cassino, nel rigettare le istanze del lavoratore, ha ritenuto sussistenti i fatti posti alla base del licenziamento ed evidenziato come sia esente da critiche la condotta di parte datoriale che neghi l’accesso ai reclami pervenuti in azienda, una volta che questi siano stati “pedissequamente e rigorosamente” riportati in contestazione.
Concludendo, quindi, rigettando il ricorso del lavoratore con cospicua condanna alle spese.
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