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Il ruolo di Aiop nella formazione continua

di Gabriele Pelissero - La formazione, soprattutto quella di rango ECM, si conferma come un'opportunità che può portare gli operatori ad innalzare i livelli qualitativi delle proprie prestazioni e performance complessive delle strutture nelle quali prestano Ia propria attività, oltre che a ridurre drasticamente i rischi connessi con l'opera quotidiana al servizio dei pazienti. L'apporto della formazione continua in medicina resta fondamentale e lo sforzo posto in essere dalla Commissione Nazionale, anche nell'organizzazione dei Forum annuali, tende a fornire a tutti gli attori del sistema (strutture, Provider, organismi istituzionali) gli strumenti più idonei per valorizzarne iI ruolo e l'importanza in un ambito così particolare e delicato.

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Notizie Aiop Nazionale

Istituzione della professione sanitaria dell’osteopata
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Istituzione della professione sanitaria dell’osteopata

Decreto del Presidente della Repubblica del 7 luglio 2021, n. 131

Francesca Gardini, Ufficio giuridico della Sede nazionale

Facciamo seguito al comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale vi abbiamo informato con il numero 406 di Informaiop, per segnalare che è stato pubblicato nella G.U. del 29 settembre 2021, n. 233, il Decreto del Presidente della Repubblica del 7 luglio u.s., n. 131, che entrerà in vigore il prossimo 14 ottobre, con il quale è stato recepito l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome concernente l’istituzione della professione sanitaria dell’Osteopata, sancito il 5 novembre 2020 e rettificato il 23 novembre 2020.

L’osteopata, in primo luogo, viene definito nell’accordo allegato al decreto come il professionista sanitario, in possesso di laurea triennale universitaria abilitante  (il cui ordinamento didattico verrà definito dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero della Salute) o titolo equipollente e di iscrizione all’albo professionale, che svolge, in autonomia o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzione somatiche, non riconducibili a patologie, nell’apparato muscolo scheletrico.

L’accordo, inoltre, definisce gli ambiti di attività e competenza di tale professionista, prevedendo che, ferma restano la diagnosi di competenza medica, l’osteopata, in riferimento alla diagnosi medica e all’indicazione al trattamento osteopatico, interpreta i dati clinici, riconosce l’indicazione o la controindicazione al trattamento osteopatico ed effettua la valutazione osteopatica attraverso l’osservazione, la palpazione percettiva e i test osteopatici per individuare la presenza di segni clinici delle disfunzioni somatiche del sistema muscolo scheletrico.

L’accordo precisa, altresì, le modalità attraverso le quali l’osteopata opera, che di seguito riportiamo sinteticamente:

  1. pianifica il trattamento osteopatico prevedendo approcci e tecniche osteopatiche esclusivamente manuali non invasive ed esterne adeguate al paziente ed al contesto clinico
  2. esegue il trattamento manipolativo osteopatico attraverso tecniche specifiche e selezionate per il singolo paziente
  3. valuta gli esiti del trattamento osteopatico, ne verifica l’appropriatezza e pianifica il follow-up, condividendoli con il paziente, eventuali caregiver e/o con altri professionisti
  4. promuove azioni educative, anche verso le famiglie dei pazienti e la collettività, ed educa il paziente nelle abilità di autogestione dell’organismo, pianificandone il percorso anche in collaborazione con altri professionisti
  5. al termine del trattamento verifica la rispondenza tra le metodologie attuate e gli obiettivi di recupero funzionale riabilitativo e psicosociale, reindirizzando il paziente al medico quando i sintomi persistono o peggiorano.

L’osteopata, per quanto di interesse per il nostro settore, stabilisce l’accordo, svolge attività professionale, di ricerca, di formazione, di autoformazione e consulenza nelle strutture sanitarie o sociosanitarie, pubbliche o private, ove siano richieste le sue competenze, in regime di dipendenza o libero professionale, benché nelle premesse si legga che in ambito pubblico l’osteopata potrà operare solo dopo che le relative prestazioni saranno inserite nei LEA e sempre fermo restando l’individuazione delle risorse aggiuntive al FSN.   

Occorrerà, infine, attendere successivo accordo per conoscere i criteri (i) di valutazione dell’esperienza professionale e (ii) per il riconoscimento dell’equipollenza dei titoli pregressi alla laurea universitaria in osteopatia.

Rimandiamo, per quanti fossero interessati, alla lettura dell’Accordo allegato al DPR e sopra descritto, consultabile al link indicato in premessa.

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