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L’urgenza e l’assenza durante la visita fiscale
Corte di Cassazione, Ordinanza del 1 ottobre 2019, n. 24492
Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale
Con l’ordinanza in commento, la Suprema Corte ha affrontato il caso di un lavoratore che, trovato assente dal proprio domicilio durante le fasce di reperibilità all’esito visita fiscale senza aver dato alcuna preventiva comunicazione dell'assenza, opponeva come causa di giustificazione un motivo di urgenza consistente nell’aver dovuto accompagnare all’ospedale il figlio la sera precedente.
L’azienda, ritenendo non sussistente la dichiarata urgenza comminava la sanzione disciplinare della multa e il lavoratore impugnava giudizialmente il provvedimento. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte di Appello di Roma dichiaravano legittima la sanzione disciplinare irrogata, ritenendo non giustificata l'assenza del dipendente. Secondo la Corte, infatti, l’assenza sarebbe stata giustificata solo in caso di ricovero urgente in orario corrispondente alla visita fiscale, mentre, essendo il ricovero del figlio avvenuto in piena notte, questo non aveva alcuna caratteristica dell'urgenza e in ogni caso, “la situazione non precludeva la possibilità di una previa comunicazione dell'assenza al datore di lavoro”.
Ricorreva per Cassazione il lavoratore, istando per l’illegittimità del provvedimento atteso che, a suo dire, l’accompagnamento del figlio minore al Pronto soccorso ben giustificasse l’assenza dal proprio domicilio, tenuto conto delle “esigenze di solidarietà e vicinanza familiare, senz'altro meritevoli di tutela nell'ambito di rapporti etico-sociali garantiti dalla Costituzione”.
La Suprema Corte, nel richiamare la propria giurisprudenza, evidenziava come l’allontanamento del dipendente in malattia durante la fascia di reperibilità è consentito previa comunicazione alla parte datoriale, o, in mancanza, ove sussista “un'improvvisa e cogente situazione di necessità che renda indifferibile la presenza del lavoratore in luogo diverso dal proprio domicilio durante le fasce orarie di reperibilità”.
Pertanto, i Giudici di legittimità, pur ritenendo sussistente l’urgenza al momento del ricovero del figlio, rilevavano come tale elemento fosse escluso nel momento della visita fiscale, avvenuta circa 6 ore dopo l’evento.
Ed invero, al fine di poter giustificare la condotta del lavoratore sarebbe stata necessaria la sussistenza di un fattore di urgenza concreto ed attuale, tale sia da impedire al dipendente di preavvertire della propria assenza, sia da rendere improcrastinabile l’abbandono del domicilio. Inoltre, la Suprema Corte, nel dichiarare inammissibile in ricorso, evidenziava come il dipendente non avesse allegato l’assenza di altri congiunti disponibili ad assistere il figlio minore.
In altre parole, nel provvedimento in esame, la Suprema Corte ha definito i limiti e le caratteristiche dell’urgenza idonea a giustificare l’assenza di un dipendente dalla visita fiscale, ritenendo valida la causa di giustificazione esclusivamente ove sussista una situazione improvvisa, cogente, improcrastinabile e che debba essere affrontata dal lavoratore obbligatoriamente in prima persona.