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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

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Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti.

A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, con una nota diramata il 31 gennaio 2020, si è espresso in merito, ricordando le modifiche apportate alla legge di bilancio e l’accordo raggiunto il 12 novembre scorso “per la sottoscrizione del nuovo contratto del comparto della sanità privata. Un dovere istituzionale a tutela del diritto dei lavoratori dopo 13 anni di blocco contrattuale”. Speranza ha, quindi, auspicato ad una rapida ripresa del tavolo delle trattative in attuazione dell’accordo già raggiunto e sottoscritto.

Anche il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha dichiarato a riguardo come sussistano le condizioni per siglare il contratto, in considerazione del fatto che l’impegno delle Regioni è assicurato.

Giudizio positivo per la ripresa della trattativa del CCNL del personale dipendente non medico della componente di diritto privato del Ssn, è giunto anche dalle Organizzazioni Sindacali e nello specifico, dai Segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che hanno espresso soddisfazione per la ripresa del dialogo.

Il Comitato Esecutivo dell’Aiop, riunitosi lunedì 3 febbraio scorso, nel ribadire la piena determinazione a proseguire il confronto con i Sindacati, ha conferito alla Presidente Nazionale, Barbara Cittadini, e all’ufficio di Presidenza il mandato a gestire la ripresa del negoziato.

In pieno spirito di collaborazione, Aiop e Aris, preso atto di queste ulteriori dichiarazioni di conferma del quadro istituzionale continuano a lavorare per raggiungere l’obiettivo comune di un rinnovo contrattuale che valorizzi sia le competenze dei professionisti della componente di diritto privato del SSN - che hanno pari dignità rispetto ai colleghi del comparto pubblico - sia le esigenze di efficienza e equilibrio finanziario delle strutture sanitarie.


In allegato il comunicato stampa Aiop-Aris diffuso nella giornata di lunedì 3 febbraio scorso e quello di plauso dei sindacati per la ripresa della trattativa per il rinnovo del CCNL del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn.
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Notizie Aiop Nazionale

Aliquota al 4% per l’installazione di attrezzature per disabili

Le attrezzature installate presso le case di cura per pazienti disabili, quali i letti elettrici, sono soggetti ad aliquota del 4%, quando gli stessi sono effettivamente utilizzati per persone affette da malformazioni permanenti. In applicazione della normativa della privacy, la struttura non deve consegnare al cessionario la documentazione indicante i soggetti utilizzatori, ma un’attestazione inerente l’esistenza di certificati attestanti l’uso per tali soggetti.

Danni da emotrasfusione. Da quando decorre la prescrizione per il risarcimento

Corte di Cassazione, ordinanza n. 2665 del 5 febbraio 2018

Con il provvedimento n. 2665 del 5 febbraio 2018, la Corte di Cassazione ha ribadito l’ormai consolidato orientamento giurisprudenziale della stessa per cui nei casi di danni da emotrasfusione infetta il termine della prescrizione del diritto (dies a quo) decorre non oltre la data di richiesta di risarcimento del danno.
Il provvedimento scaturisce dalla richiesta risarcitoria avanzata da una donna, nei confronti del Ministero della salute e dall’Azienda Ospedaliera, che a seguito di analisi del sangue nel 1992 scopre di essere positiva al virus HCV-AB con conseguente fibroplasia retro-ventale.
Solo nel 2001 la commissione medica all’uopo investita della questione afferma il nesso eziologico tra la malattia e la trasfusione di sangue infetto che fu necessario praticarle alla nascita avvenuta prematuramente.

Incompletezza della cartella clinica e responsabilità medica

Cassazione civile, sentenza n.7250 del 23 marzo 2018

Con la sentenza n. 7250 del 23 marzo 2018, la Corte di Cassazione ha affermato il principio in base al quale l'incompletezza della cartella clinica va ritenuta circostanza di fatto che il giudice di merito può utilizzare per ritenere dimostrata l'esistenza di un valido nesso causale tra l'operato del medico e il danno patito dal paziente.
La decisione è intervenuta a conclusione di una vicenda in cui una paziente, inizialmente recatasi presso una struttura ospedaliera per una mal occlusione dentale, era andata incontro ad un peggioramento consistito nella perdita dei denti e nel deterioramento della situazione occlusale, con persistenti dolori e lesioni. A fronte di tale situazione si era quindi reso necessario un intervento chirurgico al fine di spostare il mascellare, al termine del quale la paziente veniva dimessa «con la bocca in contenzione, la faccia tumefatta, l'impossibilità di masticare e un blocco mascellare per 45 giorni».

Nuove regole per i trapianti da donatore con infezione da HIV

Decreto del Ministro della salute dell'1 febbraio 2018

Lo scorso 8 marzo è stato pubblicato sulla G.U. n. 56, il decreto del Ministro della salute dell'1 febbraio 2018 di «Modifica dell’articolo 3 del decreto 2 agosto 2002, recante: "Criteri e modalità per la certificazione dell'idoneità degli organi prelevati al trapianto (art. 14, comma 5, legge 1 aprile 1999, n. 91"», che prevede alcune novità in materia di trapianti da donatore affetto da HIV.
L'art. 3 del decreto 2 agosto 2002 prevede, infatti, il divieto di procedere al trapianto da un donatore positivo per HIV, in ragione della necessità di impedire la trasmissibilità di tale virus attraverso trapianto di organo. Tuttavia tale rischio non ricorrerebbe nel caso in cui si tratterebbe di utilizzare gli organi di un donatore HIV positivo in soggetti ugualmente HIV positivi.
Il decreto dell'1 febbraio 2018 autorizza, quindi, i trapianti per queste ipotesi, introducendo una serie di criteri specifici di eleggibilità del donatore positivo HIV.

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