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Dl Aiuti Quater: presentati emendamenti per eliminare iniquo tetto di spesa al contributo per il caro energia
Le proposte emendative sono state presentate e condivise dai partiti di maggioranza e di opposizione
Per fronteggiare l’incremento dei costi energetici, il governo, con il decreto legge Aiuti-ter, ha previsto che le Regioni e le Province Autonome possano erogare un contributo una tantum alle strutture private accreditate non superiore allo 0,8% del tetto di spesa assegnato alle strutture per l’anno 2022.
Pur riconoscendo ad entrambe le componenti del sistema lo stesso diritto ad accedere agli aiuti stanziati, si è introdotta, quindi, una iniqua discriminante tra le strutture della componente di diritto pubblico del Servizio Sanitario Nazionale e quelle della componente di diritto privato. Non condividendo questa previsione, Aiop ha presentato una proposta di emendamento che si propone di abrogare il tetto ivi previsto, pari allo 0,8%.
Dal punto di vista quantitativo, se così fosse, le risorse che le Regioni e le Province Autonome potranno erogare in totale sul territorio nazionale sono stimate in circa 96 milioni di euro. Questo valore è pari allo 0,8% del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per l’assistenza ospedaliera, come riportato nella Tabella A dell’Allegato 4 della Legge di Bilancio 2022-2024 (L. 30 dicembre 2021, n. 234).
Tali risorse appaiono gravemente insufficienti per garantire la sostenibilità economica delle strutture private accreditate che, già solo limitatamente al settore ospedaliero, contribuiscono all’erogazione di oltre il 28% delle prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale.
Infatti, dalla rilevazione Aiop condotta su oltre 200 strutture presenti su tutto il territorio nazionale - lo ricordiamo - è emerso che tra gli anni 2020 e 2022 i costi dell’energia elettrica delle strutture sanitarie e socio-sanitarie accreditate sono aumentati di circa 3 volte e quelli del gas di 4,7 volte.
L’emendamento ha raccolto consensi bipartisan, sia dalle forze politiche che sostengono la maggioranza del governo Meloni sia dall’opposizione. Da fonti parlamentari qualificate ci giunge anche la conferma che sia stato segnalato da i gruppi che hanno sottoscritto la proposta di modifica.
A nostro parere, si dovrebbe riconoscere alle Regioni l’autonomia programmatoria loro propria, che permetterà di ripartire ad entrambe le componenti del SSN, a prescindere dalla natura giuridica e in maniera equa e proporzionata ai consumi, le risorse stanziate per fronteggiare i rincari dell'energia elettrica, del gas e delle materie prime.
L’auspicio è che tutte le forze politiche riconoscano la grave discrimazione ai danni delle strutture della componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale e, nell’immediato, pongano rimedio a tale dannosa penalizzazione.