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Notizie dalla Liguria

Aiop entra a far parte del Cluster Alisei

Parte la collaborazione con Advance Life Science in Italy per la condivisione di best practice italiane ed europee

L’Aiop, a seguito di domanda di adesione presentata il 7 febbraio e approvata il 17 aprile scorso, è entrata a far parte del Cluster Tecnologico Nazionale Alisei- Scienze della Vita. Nell'ambito del gruppo di lavoro, l'Aiop collaborerà alla Commissione direttiva delle Associazioni imprenditoriali, presieduta da Eugenio Aringhieri (CEO del gruppo Dompè).

L’Alisei (Advance Life Science in Italy), presieduto da Diana Bracco (Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Bracco), è il Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita, il cui obbiettivo è quello di promuovere l’interazione tra il sistema della ricerca, il tessuto imprenditoriale e produttivo e le istituzioni pubbliche nel settore della salute, che è un ambito strategico nel tessuto nazionale.

Difendiamo la libertà di scelta del cittadino

Editoriale del Presidente nazionale, Gabriele Pelissero

Mentre la nostra Associazione è concentrata sulla prossima tornata elettorale interna, sia nazionale che regionale (ed è giusto dedicare attenzione e passione alla nostra vita associativa), non mancano purtroppo insidie continue dall'esterno.
L'attività del Parlamento è ferma, e quella del Governo è ridotta all'ordinaria amministrazione (ma cosa significa veramente questa espressione?), ma la Conferenza Stato-Regioni è a lavoro.
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Notizie Aiop Nazionale

I raider sono lavoratori autonomi con alcune tutele del rapporto subordinato
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I raider sono lavoratori autonomi con alcune tutele del rapporto subordinato

Sentenza n. 1663 del 24 gennaio 2020

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

Con la sentenza in commento la Suprema Corte è intervenuta al fine di chiarire la posizione dei cd. riders che, recentemente riconosciuti a livello normativo quali “lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l'ausilio di velocipedi o veicoli a motore, attraverso piattaforme anche digitali”, trovano la propria definitiva collocazione nell’ambito delle collaborazioni etero-organizzate, seppur con alcune tutele dei lavoratori subordinati.
Tuttavia, come già evidenziato in un precedente articolo, sebbene l’applicazione dei predetto principio non riguardi gli esercenti professione sanitaria atteso che l’iscrizione costituisce una delle cause di esclusione dell’applicazione della novellata disciplina, occorre prendere atto del divenire della questione, poiché tale impostazione sarà probabilmente utilizzata dalla giurisprudenza a parametro sussidiario della qualificazione del rapporto subordinato.
Orbene, la Suprema Corte, ha in primo luogo ricordato che la disciplina contenuta nel Jobs act (secondo la quale alle collaborazioni soggette al potere organizzativo del committente si applicano le regole del lavoro subordinato) è stata oggetto di almeno quattro diverse letture interpretative.
Un primo orientamento aveva essenzialmente identificato questa peculiare forma di collaborazioni con il lavoro subordinato, un secondo collocava i rapporti nell’alvo del lavoro autonomo, un terzo offriva un approccio che la Corte chiama “rimediale”, sulla base del quale la fattispecie della co.co.co non ha mutato la propria qualificazione originaria, dopo l’approvazione del Jobs act, ma è stata arricchita da alcune tutele rinforzate in favore di alcuni soggetti considerati particolarmente deboli. Infine, la Corte d’Appello di Torino aveva ritenuto che si versasse in una tertium genus diverso sia dal lavoro autonomo, che lavoro subordinato.
Con l’odierno provvedimento la Corte ha, in linea generale, aderito alle posizioni del Giudice territoriale piemontese, sancendo che i rider titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa hanno diritto a essere pagati come i lavoratori subordinati, sulla base dell’applicazione della norma del Jobs act (articolo 2, comma 1, del Dlgs 81/2015), senza la necessità che il rapporto si converta in una forma di lavoro dipendente.
Tuttavia, la Cassazione, discostandosi dalla Corte torinese, ha categoricamente escluso che la collaborazione etero-organizzata costituisca un nuovo terzo genere intermedio tra lavoro subordinato e autonomo, interpretando le norme del 2015 in chiave “rimediale”.
Ed infatti, secondo la Corte, la novella del Jobs act ha operato una scelta volta al rafforzamento della tutela offerte alle collaborazioni organizzate, mediante l’offerta di una protezione prossima a quella del lavoro subordinato, senza con ciò assimilare le due tipologie contrattuali.
Alla luce di tale lettura della Suprema Corte, si può ritenere che ogni volta che un contratto di collaborazione coordinata e continuativa sarà caratterizzato da un potere organizzativo del committente, quest’ultimo, pur non essendo obbligato a riqualificare il rapporto come subordinato dovrà erogare un trattamento economico uguale a quello dei lavoratori subordinati che svolgono mansioni affini.
Tuttavia, meno scontata appare l’applicazione di altre forme di protezione tipiche del lavoro subordinato come, ad esempio, le regole di tutela contro i licenziamenti ingiustificati.
Ed invero, con riferimento a questi ulteriori elementi tipici del rapporto subordinato, la Corte non si è espresse apertamente, ma ha tenuto un approccio molto cauto. Infatti, la sentenza ha precisato che l’applicazione integrale delle regole del lavoro subordinato può rivelarsi, in alcuni casi, “ontologicamente incompatibile” con la disciplina della collaborazione, essendo questa comunque estranea alla fattispecie della subordinazione.
Pertanto, la Suprema Corte, nel confermare la Sentenza della Corte di Appello di Torino, ha affermato che i cd. raiders sono dei lavoratori autonomi a cui si applicano alcune tutele del rapporto di lavoro subordinato, escludendo, salvo il potere del giudice di riqualificare il rapporto di lavoro, l’applicazione della disciplina del licenziamento.
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