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Notizie dalla Liguria

Gabriele Pelissero nominato presidente del Cluster Lombardo Scienze della vita

Il Consiglio direttivo del Cluster lombardo Scienze della vita ha nominato il nuovo presidente. Si tratta di Gabriele Pelissero che prenderà il posto di Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri. “Sono onorato per questa nomina. - afferma Gabriele Pelissero - La filiera della salute è una grande opportunità di crescita per il territorio lombardo e per tutto il Paese, a livello nazionale rappresenta l’11% circa del Pil, per un valore di 200 miliardi di euro circa ed è quindi molto più ampia di quanto sembri. Parte dal lavoro dei giovani ricercatori, per concludere il suo ciclo al letto del paziente, grazie all’integrazione dei suoi tre capisaldi: industria, ricerca e sanità”.

Le politiche sanitarie sono anche politiche industriali e incidono sulla competitività

Intervento del Vice presidente Aiop, Barbara Cittadini, durante le Assise Generali di Confindustria

7.000 sono stati gli imprenditori che hanno partecipato, discusso e condiviso le proprie esperienze e la propria visione di futuro in occasione delle Assise generali di Confindustria dello scorso 16 febbraio. Ed è stata proprio in tale occasione che il Vice presidente Aiop, Barbara Cittadini, è intervenuta dichiarando come "La sanità, nelle sue componenti pubblica e privata, che nel nostro Paese rappresenta l'11% del Pil e dà lavoro a 2 milioni e mezzo di persone, rappresenta un fattore di sviluppo per il Paese, sia per il contributo dei settori economici coinvolti sia per il suo impatto sociale.
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Notizie Aiop Nazionale

Licenziato lavoratore che, in malattia, suona al concerto della festa patronale
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Licenziato lavoratore che, in malattia, suona al concerto della festa patronale

Corte di Cassazione Sezione Lavoro n. 6047 del 13 marzo 2018

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

La pronuncia in commento affronta il caso di un lavoratore licenziato per essersi questi, nel periodo di sua assenza dal servizio (4 giorni), a seguito di “presunta” malattia, esibito in pubblico svolgendo attività di concertista unitamente ad altre persone nell’ambito di una serata organizzata per una festa patronale.
L’ex dipendente impugnava la risoluzione irrogata ed il Tribunale, in primo grado, confermava la legittimità del provvedimento. Appellatosi, la Corte d’Appello di Genova riformava la sentenza ed annullava il licenziamento, condannando il datore di lavoro alla reintegra e all’indennità risarcitoria.
La società ricorreva dunque in Cassazione, evidenziando alcuni aspetti rilevanti che il Giudice del gravame non aveva tenuto in debito conto, quali “la fissazione con anticipo delle date delle rappresentazioni; la distanza (45 Km) del luogo del concerto dal luogo di residenza del lavoratore; una foto sul profilo facebook che evidenziava che il lavoratore suonava la fisarmonica in piedi; la durata del periodo di malattia a cavallo della esibizione; l’invito del medico al G. a riguardarsi in ragione dello stato di salute; la prescrizione di medicine che non avrebbero avuto effetto antinfiammatorio e la mancanza di accertamenti specialistici; la circostanza che le mansioni svolte in azienda comportavano un impegno fisico meno gravoso di quello richiesto dall’esibizione. Né poteva attribuirsi valore al certificato medico redatto in base a dichiarazioni del paziente, e senza accertamenti specialistici specifici”.
Gli Ermellini, richiamando altre pronunce della Corte (v. ex plurimis Cass. n. 17625/14), hanno ribadito che lo svolgimento di altra attività lavorativa da parte del dipendente assente per malattia giustifica il recesso del datore di lavoro per violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede, nonché degli obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà, laddove l’attività esterna, indipendentemente dall’eventuale retribuzione, sia di per sé sufficiente a far presumere inesistente la malattia, dimostrandone la fraudolenta simulazione. Il licenziamento è altresì legittimo laddove, in relazione alla natura della patologia e delle mansioni svolte, l’attività possa pregiudicare o ritardare la guarigione – e il rientro in servizio – del lavoratore. Si configura dunque un illecito disciplinare non solo nel caso in cui dall’attività extralavorativa derivi l’effettiva impossibilità temporanea della ripresa in servizio, ma anche quando la ripresa è concretamente messa in pericolo secondo una valutazione di idoneità da svolgere ex ante.
Applicando tali principi al caso di specie, la Corte ha sottolineato come erroneamente il giudice dell’appello abbia ritenuto l’insussistenza del fatto contestato al lavoratore. Ha dunque accolto il ricorso e cassato la sentenza impugnata con rinvio alla Corte d’Appello.
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