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Notizie dalla Liguria

Il Tar di Sicilia accoglie il ricorso dell'Aiop

C'era un errore di calcolo e la riduzione incideva solo sui privati. Secondo il Vice Presidente nazionale Aiop e Presidente Aiop Sicilia, Barbara Cittadini: "Registro, non senza soddisfazione, la sentenza del Tar. Mi auguro che possa costituire presupposto e nuova base per la programmazione della rete ospedaliera regionale. Affinché questa possa, finalmente, essere impostata su una reale e virtuosa collaborazione tra amministrazione e operatori del settore ed abbia come unico obiettivo quello di garantire ai siciliani un sistema sanitario efficiente e di qualità".

La cardiochirurgia italiana rischia il collasso

La cardiochirurgia Italiana negli ultimi dieci anni ha modificato il suo aspetto in funzione di quella che è stata l’evoluzione della popolazione e del trattamento medico ed interventistico. La terapia medica e lo stile di vita dei pazienti sono sicuramente migliorati e l’impiego di procedure trancutane e èaumentato in modo considerevole. Si è passati infatti, da un numero di angioplastiche coronariche di 87.622 nel 2003 a 14.1712 nel 2013. Nella pratica cardiologica sono entrati nuovi mezzi di trattamento non presenti 10 anni fa,come ad esempio l’impianto di valvola aortica per via percutanea, e nel solo2013 sono stati trattati con questa metodica 1.743 pazienti.
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Notizie Aiop Nazionale

Corte Costituzionale, sentenza n. 65/2025
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Corte Costituzionale, sentenza n. 65/2025

Deroga al limite di età per i dirigenti medici delle strutture accreditate.

di Marilena Rombolà, Ufficio Giuridico Sanitario, Sede Nazionale

Con la sentenza n. 65/2025 la Corte Costituzionale ha riconosciuto la possibilità per il legislatore regionale, nell’esercizio della propria autonomia legislativa in materia di tutela della salute, di discostarsi dalle previsioni di cui all’art. 15-nonies, comma 1, del D.lgs. n. 502/1992, che stabilisce il limite di età per il collocamento a risposo dei dirigenti medici del SSN (a 65 anni ovvero, al fine di maturare 40 anni di servizio, non oltre i 70 anni), nonché all’art. 4, comma 6-bis,  del D.L. n. 215/2023, che deroga a tale limite, ma solo in via provvisoria.

In particolare, la Consulta ha ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata in relazione all’art. 8 della Legge della Regione Puglia n. 24/2024, che esclude le strutture private accreditate con il SSR e le strutture autorizzate dall’applicazione di detto limite di età massimo per lo svolgimento della funzione di responsabile sanitario (previsto per le strutture pubbliche dal citato art. 15-nonies, comma 1 D.lgs. n. 502/1992).

A tal fine, la sentenza ha rilevato l’assenza di previsioni normative statali relative ai limiti di età dei responsabili sanitari all’interno delle strutture di diritto privato, precisando che l’accreditamento “pur attribuendo lo status di soggetto idoneo a erogare prestazioni per conto del SSN, che quindi giustifica la presenza di un potere pubblicistico particolarmente intenso, non è tuttavia in grado di determinare una mutazione ontologica della natura delle strutture private accreditate e dei relativi rapporti di lavoro”.

 

La Corte ha inoltre evidenziato come a partire dal 2020 il vincolo imposto dall’art. 15-nonies sia stato ripetutamente derogato dal Legislatore statale – come avvenuto con l’art. 4, comma 6-bis del D.L. n. 215/2023, che ha riconosciuto la possibilità di trattenere o riammettere in servizio i dirigenti medici e sanitari fino al settantaduesimo anno di età, ma fino al 31 dicembre 2025 – a dimostrazione della grave sofferenza del SSN per carenza di personale medico, ma anche del fatto che il limite di età, a fronte dell’innalzamento dell’aspettativa di vita, potrebbe rivelarsi ormai anacronistico.

La stessa AGCM, peraltro, con segnalazione del 24 giugno 2020, aveva stigmatizzato la normativa della Regione Puglia antecedente alla rimozione del limite di età, qualificandola come una “ingiustificata limitazione alla prestazione di servizi professionali da parte di medici” restrittiva dell’offerta di tali servizi.

 

 

 

QUI la sentenza

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