Comunicato stampa del 25 febbraio 2020
“L’Associazione Italiana dell’Ospedalità Privata sta seguendo, con massima attenzione, l’evolversi dell’emergenza sanitaria del Coronavirus, che ha colpito il nostro Paese. In quanto componente del SSN tutte le strutture di diritto privato associate, garantiscono il proprio contributo alla gestione della diffusione del contagio da CODIV-19. Al cospetto di siffatta situazione, anche, le nostre strutture sono state chiamate ad un ruolo di grandissima responsabilità e a porre in essere una serie di provvedimenti per far sì che si possa fronteggiare la diffusione del Coronavirus, garantendo le migliori condizioni possibili di sicurezza e tutela ai degenti, alle migliaia di operatori sanitari e ai cittadini”. Lo ha dichiarato il Presidente nazionale Aiop, Barbara Cittadini.
Comunicato stampa del 26 febbraio 2020
“Sorprende la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, per il quale la responsabilità della gestione dell’emergenza Coronavirus ricadrebbe unicamente sulla sanità pubblica, mentre la componente di diritto privato drena risorse e, dunque, presumibilmente, andrebbe ridotta.
In realtà, la rete degli ospedali di diritto privato presente in Italia è parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale e assicura un quarto di tutti i ricoveri ospedalieri e senza questo contributo, la sanità pubblica italiana non potrebbe assicurare il servizio universale a tutti i cittadini.
In considerazione dell’emergenza del Coronavirus che ha investito il Paese, concentrando l’attenzione di tutti su un problema che ha una indiscutibile priorità non è, ancora, stata fissata la data dell’incontro tra le Istituzioni e le parti sociali, promosso dal Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luigi Icardi.
Un’analisi dettagliata
Il 18 dicembre 2019, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha accordato il proprio parere, favorevole ed unanime, al testo finale del Patto per la Salute 2019-2021. L’accordo che, come tutti ben sappiamo, si è fatto attendere per oltre 18 mesi, è stato raggiunto sulla base di un compromesso riguardante il tema dell’età pensionabile dei medici (che ad oggi possono pertanto rimanere operativi ed in servizio fino a 70 anni), il tema dei contratti degli specializzandi (che potranno essere assunti a tempo determinato dal terzo anno di specializzazione, come recentemente rimarcato anche nei contenuti del D.L. Milleproroghe) e sull’impegno del Governo a riesaminare le procedure di nomina dei Commissari ad acta delle Regioni entro 180 giorni.